Per finanziare il Green Deal UE, la vice della Commissione UE ipotizza di usare i risparmi dei cittadini: le parole di Teresa Ribera a Repubblica
Una recente intervista rilasciata dalla vicepresidente della Commissione UE Teresa Ribera – incaricata da von der Leyen della Concorrenza – getta nuove ombre sul Green Deal UE e sull’ipotesi di utilizzare i risparmi privati dei cittadini per finanziare la transizione: ipotesi più volte mossa negli ambienti di Bruxelles, ma che prima di oggi non aveva mai avuto alcuna reale ufficialità al di là delle parole espresse da Mario Draghi ed Enrico Letta; ragione per cui le parole della vice Ribera diventano particolarmente importanti, dimostrando che evidentemente la Commissione non è disposta a scendere a patti di alcun tipo pur di raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Green Deal.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene ricordare che il primo a parlare del tema dei risparmi privati per il Green Deal fu – appunto – Enrico Letta: l’ex segretario del PD disse che, attraverso un fondo europeo comune, si sarebbero potuti mettere a sistema i soldi dei cittadini per investirli nell’economia reale del blocco europeo; mentre, poco dopo, anche Mario Draghi fece una considerazione simile, spiegando che complessivamente quei risparmi inutilizzati ammontavano a circa 33 mila miliardi di euro, particolarmente utili per arrivare a quegli 800 miliardi annuali che ritenne necessari per ridare vigore alla competitività dell’Unione Europea.
La vice della Commissione Teresa Ribera sul Green Deal UE: “Stiamo valutando di usare i risparmi per finanziarlo”
Come dicevamo già prima, i suggerimenti di Letta e Draghi – almeno, apparentemente – rimasero in larga parte inascoltati e (diremmo fortunatamente) inapplicati, ma nuovo vigore a questo tema l’ha dato la stessa Teresa Ribera nella sua intervista rilasciata a Repubblica: secondo la vice di von der Leyen – tra i più grandi sostenitori del Green Deal – nei prossimi mesi sarà necessario lavorare a un generale rilancio del “mercato unico”, del mercato “dei capitali, delle telecomunicazioni e dell’energia”.
Per farlo – spiega sempre Ribera – è necessario mobilitare importanti “investimenti” e, a fronte della domanda sulla natura e l’origine delle risorse, la vice non ha faticato a indicare “i risparmi” come possibile soluzione, anche nell’ottica del Green Deal: le discussioni, secondo Ribera, sono “in corso”, mentre l’ipotesi di utilizzare il debito comune sembra esclusa a causa dell’opposizione di alcuni stati membri; fermo restando che, a fronte di un uso dei nostri risparmi per il Green Deal, possiamo immaginare che lo stesso, grosso modo, avverrà anche per i progetti di difesa comune.