È battaglia all’ultimo voto alle elezioni presidenziali in Polonia: l’euroscettico Nawrocki si è imposto con il 51% sul filo-Ue Trzaskowski
Sarà probabilmente una battaglia all’ultimo voto, ma, stando ai dati disponibili, il giovane Karol Nawrocki, 42 anni, candidato indipendente ma di fatto appoggiato dal centro-destra, sarà il prossimo presidente polacco.
Sconfitto di un’incollatura risulterebbe il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, 53 anni, candidato filo-europeista di “Piattaforma Civica”, partito del premier Donald Tusk.
Entrambi i candidati erano andati al ballottaggio con circa il 30% dei suffragi, ma alla fine dovrebbe appunto spuntarla Nawrocki, con grande scorno di Bruxelles, ma anche del capo del governo Donald Tusk, che ha lavorato per imporsi in Europa soprattutto come “falco” nei confronti della Russia di Putin.
Diversamente da quanto avvenuto in Romania, alla fine in Polonia i voti sono sembrati convergere convergere sul candidato euroscettico. Un successo contrassegnato da un forte aumento dei votanti che ieri hanno superato in Polonia di quasi cinque punti quelli alle ultime elezioni presidenziali del 2020.
Se confermerà la sua vittoria, Nawrocki sarà quindi una spina nel fianco per la politica di Tusk, dato che la costituzione polacca assegna al presidente anche notevoli poteri di indirizzo politico.
Nawrocki ha cercato di intercettare il voto di tutti i partiti anti-Tusk con lo slogan “arrestare l’unipolarismo di Tusk”, raccogliendo voti soprattutto nei piccoli centri e nelle regioni più periferiche, proprio perché l’attuale governo è forte soprattutto nelle città e particolarmente a Varsavia, dove appunto Trzaskowski è sindaco.
Nawrocki vorrebbe non tanto bloccare gli aiuti a Kiev, quanto contrastare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO e in Europa, rivendicando per la Polonia un ruolo meno dipendente da Bruxelles che, ovviamente, ora dovrà attendere di capire in che misura cambierà la politica di Varsavia.
In Polonia la sfida si è incentrata proprio sul ruolo del Paese in Europa, sul rischio di perdere sostanziosi fondi europei e sulla possibilità che – vincendo Nawrocki – si acuissero le divergenze con Tusk. Una profezia che si avvia a diventare realtà. Se la vittoria di Nawrocki sarà confermata, il primo problema sarà quello di evitare l’ingovernabilità.
Da sottolineare, stando ai sondaggi, la vistosa differenza sociale alla vigilia tra gli elettorati dei due candidati. Un aspetto che andrà approfondito. Lo sconfitto Trzaskowski, oltre che avere la roccaforte nelle città, è sembrato rappresentare la Polonia più avanzata economicamente, mentre i giovani risultano aver appoggiato al primo turno i tre candidati dell’estrema sinistra, ma anche il sovranista Mentzen, considerando i due candidati al ballottaggio come espressione di una politica polacca inconcludente e corrotta.
Sarà interessante scoprire nei prossimi giorni l’andamento dei vari flussi elettorali per capire il futuro del più grande Paese dell’Est europeo, ora non più nelle mani di Tusk.
Una Polonia che quindi potrebbe presentarsi più conservatrice e meno progressista nelle politiche sociali, e meno europeista all’esterno, ma senza rinunciare alla difesa e al sostegno dell’Ucraina. Sempre che il risultato finale sia abbastanza netto da non scatenare contestazioni sulla regolarità del voto.
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