Roberta Bruzzone svela le ragioni dello "scontro" con Virginia Raffaele e di non averla mai denunciata: ecco cos'è successo e perché si è arrabbiata
Non è alla ricerca dell’approvazione altrui, ma è concentrata sul fare bene il proprio lavoro, nella consapevolezza di non poter piacere a tutti. È da questi presupposti che Roberta Bruzzone parte, a Un altro pianeta, il podcast di Hoara Borselli su YouTube, per affrontare il “caso” Virginia Raffaele. L’imitazione della comica è stata motivo di polemiche, ma per un motivo ben preciso, che la criminologa ha definitivamente chiarito.
Se inizialmente le imitazioni a Donne mortali rappresentavano per lei un “parametro positivo” di riconoscibilità e popolarità, la sua percezione è cambiata dopo che la Raffaele l’ha imitata in Mediaset, all’epoca di Amici, quando entrò in scena a bordo di una moto grondando sangue.
Un familiare di una vittima di cui la Bruzzone si era occupata, in un caso molto violento, le mandò un messaggio: «Ma questa l’ha capito che il sangue con cui hai a che fare tu è sangue vero, no? Che c’è gente che ancora adesso soffre per quel sangue versato?»

Questa presa di coscienza ha portato la criminologa a reagire infastidita, interpretando quella parodia come irrispettosa verso il sangue versato, perché aveva riacutizzato il dolore di chi aveva subito una tragica perdita. «Ecco, questo mi fece veramente arrabbiare». Per la Bruzzone un conto è imitare il suo stile comunicativo in tv, un altro è banalizzare il suo lavoro, che è legato a eventi tragici.
LA VERITÀ SULLO “SCONTRO” TRA ROBERTA BRUZZONE E VIRGINIA RAFFAELE
«Non ho mai denunciato Virginia Raffaele, per cui anche tutte le notizie su presunte querelle sono, come sempre, insomma, bufale clamorose. Però, devo dire, sì, questa cosa mi diede molto fastidio», ha raccontato Roberta Bruzzone a Hoara Borselli.
Dunque, ha colto l’occasione per smentire la notizia della presunta querela. Si è semplicemente arrabbiata perché, da quel messaggio, aveva compreso «che a qualcuno questo tipo di modalità aveva fatto male».
In particolare, l’idea che quella famiglia, che aveva subito una tragica perdita, potesse aver rivissuto, «anche se in maniera, diciamo così, infinitesimale, quel dolore straziante e inesauribile», le ha dato fastidio.
«Allora, un conto è se mi imiti in quello che io faccio dal punto di vista della comunicazione, della televisione, come faceva in un’altra trasmissione, ci mancherebbe altro, lì è più che legittimo». Il discorso cambia quando si entra nel merito della sua professione, «su cui, francamente, credo che ci sia ben poco da scherzare. Quel sangue che tratto io non è sangue finto».
