Roberto Alessi/ “Supertestimone omicidio Gianmarco Pozzi va protetta subito!”
Nel commentare i casi dell’isola di Ponza, di Alberto Genovese e dei festini di Bologna, il giornalista Roberto Alessi ha effettuato riflessioni approfondite

Roberto Alessi, direttore del settimanale “Novella 2000” e direttore editoriale di “Visto”, è intervenuto nel corso della puntata di oggi della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele. A inizio programma si è parlato del caso di Alberto Genovese, con la testimonianza in diretta del bodyguard di Terrazza Sentimento. Dopo avere udito le parole dell’addetto alla sicurezza, Alessi ha affermato: “Ringrazio Simone per averci portato la sua testimonianza, ma il fatto che la 18enne sia entrata volontariamente in quella stanza non giustifica quello che può essere successo dopo. Non passi il messaggio che ‘se la sono cercata’”.
E, ancora: “Chi va al mulino si infarina? Non è così! Uno può avvicinarsi ad ambienti discutibili, ma non per questo deve essere scontato che ne sia vittima. Terrazza Sentimento non è altro che la punta di un iceberg. C’è una fortissima cultura dello sballo in molte altre città, c’è una fortissima concentrazione di queste droghe. In alcuni locali di Milano infilano nel bicchiere la droga, cosa che è successa a me! Bisogna stare molto attenti. Sono pochi, ma ci sono, sono trasversali. Il mio consiglio ai giovani è di uscire e muoversi sempre in gruppo”.
ROBERTO ALESSI: “GENITORI CONTROLLINO I LORO FIGLI”
Roberto Alessi, nel prosieguo della sua disamina, che è passata anche attraverso i festini di Bologna, che hanno coinvolto diversi soggetti minorenni, ha rimarcato il ruolo chiave che deve essere rivestito dalle mamme e dai papà: “Ci deve essere un atteggiamento sicuramente non popolare da parte dei genitori, i quali devono fare anche un po’ gli investigatori. Il dialogo deve esserci, ma bisogna anche controllare i telefonini e le frequentazioni”.
Il giornalista ha evidenziato poi, sul caso di Gianmarco Pozzi: “È palese che il ragazzo sia stato ucciso. C’è anche un cellulare che era intatto dopo la sua morte e che è stato riconsegnato dopo tanto tempo alla famiglia in mille pezzi, inutilizzabile. A Ponza c’è un clima coercitivo e omertoso: la supertestimone va protetta, bisogna correre per metterla al sicuro. Ci sono delinquenti a piede libero che hanno mentito su un omicidio”.
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