RIFIUTI/ Avenali (Legambiente): il Comune non fa nulla per la differenziata e aumenta le tariffe

- int. Cristiana Avenali

La diffida al Sindaco Alemanno, dice CRISTIANA AVENALI, è un atto dovuto per i cittadini che non hanno mai avuto la possibilità di fare la differenziata

rifiuti_r400-1 Immagine d'archivio

E’ sempre scontro nella regione Lazio sulla questione rifiuti. Dopo i malumori causati dalla richiesta emessa dal Ministero dell’Ambiente alla Regione Lazio sulla chiusura della discarica di Malagrotta, questa volta ad essere sotto i riflettori è il sindaco Alemanno. Legambiente ha, infatti, inviato una diffida al Comune di Roma per non aver rispettato i termini sulla raccolta differenziata. Un problema che aveva già espresso dalle pagine de Il Sussidiario.net, il direttore di Legambiente Lazio, Cristiana Avenali, intervenuta a proposito della discarica di Malagrotta. “La differenziata è rimasta a livelli bassissimi: circa il 21%. Non c’è, poi, un piano industriale dell’Ama non c’è un contratto di servizi che di anno in anno viene prorogato, ormai fermo da 6 anni e che non è più attuale per questa città. E’ sostanzialmente l’Ama che detta legge sulla politica dei rifiuti per Roma mentre il Campidoglio non fa nulla ma aumenta solo le tariffe”, ci aveva detto Avenali poco quindici giorni fa.

Avenali, stavolta avete bacchettato il Campidoglio.

Abbiamo inviato al sindaco Alemanno una diffida che lo intima ad attivare la raccolta differenziata con il sistema porta a porta in tutta la città, come previsto dalla legge. Con la notifica della diffida diventa un omissione di atti d’ufficio a tutti gli effetti.

Dal 1997 la differenziata è obbligatoria per legge, come è possibile che il Comune non l’abbia ancora applicata.

Finora si è deciso di smaltire tutto in discarica e circa l’80% dei rifiuti di Roma non viene differenziato. Anche oggi il ministro all’ambiente Clini è tornato a ribadire che la discarica è solo l’atto finale del residuo, dopo però, un accurato servizio di differenziata. Gli obiettivi del decreto del 1997 erano molto chiari: 15% entro due anni dalla data di entrata in vigore, 25% entro quattro anni e 35% a partire dal sesto anno dalla Legge Finanziaria del 1997. Dal 2007, poi, sono stati introdotti nuovi obiettivi dal momento che la maggior parte dei comuni, compreso quello di Roma, non avevano rispettato i diktat del decreto di dieci anni prima. Nuovi obiettivi che avevano il focus preciso di dare una stretta ai comuni inquinanti: il 40% entro la fine del 2007 per arrivare almeno al 65% entro il 31 dicembre di quest’anno.

A quanto si attesta, ad oggi, il Comune di Roma?

Secondo i dati Ama, l’azienda romana di raccolta e smaltimento rifiuti, la raccolta differenziata si attesta al 25,2%. Siamo ben lontani dalle cifre a norma di legge e attestano i modelli fallimentari della raccolta differenziata capitolina.

In specifico, quali sono questi modelli?

Noi proponiamo la raccolta differenziata porta a porta in tutta la capitale così come era partita nei primi quartieri di Roma, ad esempio Colle Aniene a Decima Massimina dove ha raggiunto percentuali molto elevate, oltre il 40%. Attualmente, invece, è attivo in alcuni quartieri il modello cosiddetto “duale” cioè differenziare solo l’organico, come ad esempio accade al quartiere Marconi. Qui, stazionano ad orari e giorni prestabiliti alcuni camion che raccolgono solo l’organico. Tutto il resto, vale  a dire l’indifferenziato, plastica e carta continuano ad essere gettati nei cassonetti lungo le vie. Se a questo aggiungiamo il fatto che sono sempre stracolmi, poiché l’Ama non passa spesso, e la gente butta i rifiuti dove capita.

E’ per questo che avete lanciato la raccolta differenziata autogestita porta a porta?

Secondo le modalità che sono spiegate su nostro sito, ogni cittadino potrà organizzarsi una raccolta autonomamente. Dimostreremo che è semplice e, soprattutto, che l’unica strada percorribile. Se Alemanno non ce lo permette, noi invitiamo i cittadini a cavarsela da soli mostrando di essere meglio dell’Ama.

Ama che ha aumentato i costi.

Assolutamente e non di poco: del 45%. Cifra che non tiene conto anche della reintroduzione dell’iva. Tutto questo, a fronte di un servizio scadente visto che la raccolta differenziata è a livelli bassissimi e lo smaltimento in discarica è la modalità principale. Oltretutto, il comune non riesce a fare un nuovo contratto di servizi, prorogato ormai dal 2005 e gli obiettivi della differenziata erano più bassi di anno in anno, invece, di aumentare.

In che senso?

Nel 2005 l’obiettivo per la differenziata era stato fissato nel 25,1%, nel 2006 al 31,1%. Dal 2007 c’è una strana inversione di tendenza: si inizia a scendere al 26 %, nel 2008 al 25% e al 2009 addirittura al 21%. Nel 2010, fortunatamente, ha ricominciato a salire al 24%. 

(Federica Ghizzardi)





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