Chi era Rosario Sanarico e cosa c’entrava nell’omicidio di Isabella Noventa
La vicenda del delitto di Isabella Noventa, soggetto della trasmissione Il Terzo Indizio in onda questa sera su Rete 4, risale al 2016, quando la donna aveva appuntamento con il fidanzato Freddy Sorgato. Lei sarebbe sparita nel corso della notte e le indagini avrebbero condotto ad accusare lui, sua sorella Debora e l’amica ed amante di Freddy, Manuela Cacco. Il corpo della donna non è mai stato travato, e nelle ricerche estenuanti perse la vita Rosario Sanarico, sommozzatore in servizio alla Spezia.
L’aiuto di Sanarico fu richiesto quando, a febbraio 2016, un passante notò nel fiume Brenta, all’altezza di Vigonovo, un giubbotto colorato galleggiare nell’acqua. Rosario Sanarico si sarebbe immerso in profondità per verificare l’eventuale presenza del corpo sul letto del fiume. Nel corso della sua ricerca, però, è rimasto incastrato per oltre mezz’ora nelle chiuse di un condotto del canale. Quando i colleghi sono riusciti ad estrarlo dall’acqua, però, era già troppo tardi per il sommozzatore. I colleghi hanno provato a rianimarlo sulla riva, attendendo i soccorsi, ma nonostante questo e il trasferimento all’ospedale di Padova, l’uomo è morto poche ore dopo tra le braccia della moglie e dei due figli.
Rosario Sanarico: morto per cercare un mai ritrovato
Rosario Sanarico quando fu chiamato a Padova ricopriva il ruolo di ispettore superiore, espero sommozzatore in servizio al Centro Nautico e Sommozzatori della Spezia. Il suo intervento si rivelò necessario quando Freddy Sorgato, dopo aver ammesso davanti al gip la sua implicazione nell’omicidio di Isabella Noventa, fu portato sul luogo del reato per indicare la collocazione del cadavere della donna. Lui avrebbe, in quel momento, indicato via Argine Destro Brenta, strada che affaccia proprio sul fiume Brenta e vicina all’abitazione di Freddy (teatro dell’omicidio di Isabella).
Poi, dopo l’indicazione del luogo, la comparsa della giacca galleggiante sul Brenta ha portato gli inquirenti a pensare che il corpo fosse sul letto del fiume. L’intervento di Rosario Sanarico serviva proprio ad appurare la presenza o meno del cadavere o di qualsiasi indizio utile alle ricerche. Quell’ultimo intervento rese l’ispettore superiore Sanarico un eroe, costandogli la vita alla ricerca di un cadavere che ancora oggi non è stato trovato, assieme all’arma del delitto. Dopo la morte di Sanarico le ricerche ripresero e portarono poco dopo all’individuazione di un sacco nero che avrebbe potuto potenzialmente contenere Isabella. La pista, però, si rivelò essere l’ennesimo buco nell’acqua in una vicenda che dopo anni appare ancora piuttosto intricata.