‘REPUBBLICA’ VS CONTE “RUSSIAGATE, MENTÌ AL COPASIR”/ Replica “cena Barr? Non sapevo”

Russiagate, nuove accuse contro Giuseppe Conte: lo scoop di "Repubblica" rivela che l'ex Premier avrebbe mentito al Copasir sugli incontri Barr-Vecchione. Le risposte di Conte e di Renzi

GIUSEPPE CONTE REPLICA A “REPUBBLICA”


Come prevedibile, Giuseppe Conte dopo gli articoli molto duri emersi oggi su “La Repubblica” sul caso Russiagate, replica con una lunga nota su Facebook dove punto su punto replica alle accuse ricevute.

«Non ho mai personalmente incontrato l’allora Attorney General degli Stati Uniti, Bill Barr, nel corso delle sue visite in Italia, né nel corso di incontri formali né nel corso di incontri conviviali», scrive l’ex Premier stizzito di dover tornare nuovamente sul caso ormai datato di 3 anni, «Dopo gli articoli dell’edizione odierna di Repubblica, mi trovo nuovamente costretto a ripetere ciò che in totale trasparenza ho già più volte chiarito davanti agli organi preposti e davanti ai cittadini». In merito al fatto principale, ovvero la cena avvenuta la sera di ferragosto 2019 tra Barr e Vecchione, Conte ammette di non esserne a conoscenza: «il fatto che dopo la riunione ufficiale del 15 agosto 2019 avvenuta nella sede della nostra Intelligence, a Roma in piazza Dante, si sia tenuta una cena la sera stessa tra la delegazione americana e l’allora Direttore del Dis Vecchione è circostanza di cui non ero specificamente a conoscenza». Di contro però, l’attuale leader M5s prova a giustificare quella particolare scelta dell’ex n.1 Dis: «la cena si è tenuta in un noto ristorante nel centro storico di Roma immagino sia stata motivata da cortesia istituzionale, piuttosto che dalla necessità di avere uno scambio riservato di informazioni […] Preciso che non mi sono mai state riferite neppure altre cene o pranzi che i nostri vertici dell’intelligence hanno avuto con altri rappresentanti di governi esteri». In merito alle richieste di Barr, Conte specifica la sua posizione già ribadita davanti al Copasir: «improprio sarebbe stato incontrare i rappresentanti degli Stati Uniti mettendo a disposizione i nostri archivi o consentendo loro di acquisire in modo indiscriminato informazioni. Proprio per questo, dopo un primo incontro in cui il sig. Barr ha esposto le sue richieste ed è stato definito il perimetro della collaborazione, vi è stato un secondo incontro, con tutti i vertici delle nostre tre Agenzie, in cui è avvenuto il confronto oggetto del colloquio, senza consegna di documenti». Da ultimo, la staffilata al compagno di Governo in quota Italia Viva, Matteo Renzi: «Bonini nel suo pezzo afferma che mi sarei prestato ad attività ostili nei confronti di Renzi […] È passato ormai più di un anno da quegli eventi. Siamo fuori dalla cronaca più immediata. Ci sono le condizioni per valutazioni più serene e oggettive. Mi chiedo: è possibile che il senatore Renzi non abbia mai sentito il dovere, in tutto questo tempo, di andare a riferire al Copasir su questi suoi sospetti? Perché non va, come sempre ho fatto io, a riferire quel che sa? Cosa teme, di dover poi rispondere alle domande dei componenti del Copasir e di essere obbligato, per legge, a riferire tutta la verità?», conclude Giuseppe Conte su Facebook. A stretto giro arriva la contro-replica di Matteo Renzi in un video sui social: «Cinque minuti di orologio per spiegare a Giuseppe Conte che su di lui non ho sospetti ma solo certezze. E quando vuole sono pronto a un confronto tv all’americana, se ha il coraggio di farlo». Renzi contesta a Conte di non essersi comportato bene sul fronte Russiagate («non ha difeso istituzionalmente i propri predecessori davanti alle prime accuse emerse da uno stato estero») e pure sugli approvvigionamenti Covid degli ultimi due anni.