Sono trascorsi diciassette anni dalla chiusura di Raiot su Rai 3, programma condotto da Sabina Guzzanti con ottimi ascolti. Ebbene, in questi anni non è mai stato spiegato il perché di quella decisione, anche se l’attrice ha le idee chiare e torna di moda la censura: «Dalla Rai sono fuori da 17 anni, ma non è per rabbia che dico che si è paurosamente involuta».
Sabina Guzzanti ha stroncato comicità e talk di viale Mazzini – «si producono in contorsioni semantiche, diciamo pure in cazzate, ma nessuno che lo dica» – appoggiando la battaglia di Fedez sulla già citata censura: «C’è molta più censura che un tempo. E le parlo come una a cui hanno chiuso un programma di successo su Raitre, e nessuno ha mai capito chi sia stato. Ruffini diceva la Annunziata, la quale diceva Cattaneo. Un programma chiuso da solo, a sua insaputa».
SABINA GUZZANTI: “”
Nel corso della lunga intervista a Libero, Sabina Guzzanti ha tenuto a precisare che non fu solo la Destra a chiedere la sua testa. «Anche la sinistra mi mazzuolò, sempre che ci sia ancora qualcosa di sinistra in natura», ha spiegato l’artista: «La sinistra oggi, non riuscendo a creare aspettative, non riesce neanche più a deludere; comunque ha generale intolleranza verso le critiche. E, no, non c’è nessuno ce mi abbia mai dato spiegazione né chiesto scusa». Sabina Guzzanti si è poi soffermata sul tanto discusso ddl Zan: «Essendo io per la libertà totale, sono anche per il diritto di offendere. Anche se credo che la legge Zan tuteli chi, attraverso quell’offesa, subisca violenza. Detto ciò, si tratta di un’emergenza culturale che non si risolve con la legge ma con la cultura. Cioè cambiando la mentalità della gente. Penso al lavoro della Rai in bianco e nero che, con Tognazzi e Vianello o Walter Chiari, era molto più progressista e liberale di oggi».