Ci sono 8 persone in Italia che ricordano qualsiasi cosa che hanno fatto nel corso della loro vita. «Il 26 giugno 2006 sono andato a fare la spesa, c’era la partita Italia-Australia, con gol di Totti sul rigore». A parlare alla trasmissione Le Iene è Giovanni Gaio, uno degli 8 dotati di ipermemoria, o per dirla in gergo tecnico, affetti da sindrome ipertimesica. Proprio così perché ricordarsi qualsiasi cosa non è una dote, ma una malattia. Non causa ovviamente gravi sintomi, ma a volte non è sempre piacevole ricordarsi il proprio passato. Immaginate di essere stati lasciati da una persona che amavate, e di dovervelo ricordare ogni benedetto giorno. Ecco, questo è quello che prova Giovanni e gli altri 7: «Quando sono un po’ depresso – dice Gaio – ricordare tutto il passato è un fardello che mi porto dietro». Ma ovviamente, c’è anche il lato positivo della cosa. Potersi ricordare ogni dettaglio del passato, aiuta a volte a socializzare: «Un dono come il mio può impressionare – dice Giovanni – può anche essere divertente per conoscere nuove persone». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STUDIARE LE PERSONE DOTATO DI IPERMEMORIA PUO’ ESSERE MOLTO UTILE
L’ipermemoria autobiografica permette di ricordare dettagli banali di un momento qualsiasi accaduto dieci anni fa. In Italia esistono otto persone con tale capacità, quella di ricordare le cose più banali come i vestiti che si indossavano quel giorno o che cosa si sia mangiato. “Abbiamo monitorato otto persone con ipermemoria, individuate dal gruppo di ricerca nella popolazione italiana a partire dal 2015, e 21 soggetti di controllo con memoria normo-tipica”, spiega il primo autore dello studio Valerio Santangelo, dell’ateneo di Perugia e della Fondazione Santa Lucia. “La cosa straordinaria è che, oltre a ricordare il giorno della settimana di una data lontana nel tempo (ricordano che il 3 agosto del 2011 era un mercoledì), presentano una completa assenza di esitazione o di sforzi consapevoli quando devono richiamare alla memoria eventi che hanno vissuto anche decine di anni prima”. La scoperta potrà permettere cure per malattie che colpiscono la memoria (Agg. Paolo Vites)
NUOVE CURE PER LA MEMORIA
Come spiegato da Patrizia Campolongo, dell’Università La Sapienza e della Fondazione Santa Lucia, la ricerca italiana sulla ipermemoria potrebbe aumentare le possibilità di accedere ad aree mnemoniche del cervello solitamente precluse ai normali soggetti. Come spiegato: “I risultati dello studio sembrano mostrare che l’ipermemoria consista principalmente nella capacità di accedere, tramite il circuito prefrontale-ippocampale, a tracce mnestiche non accessibili invece agli altri soggetti, spiegando così la maggiore capacità dei soggetti ipermemori di riportare alla luce dettagli infinitesimi del loro passato.” Il che permetterebbe, in un’applicazione avanzata della ricerca, di permettere di gestire in maniera completamente diversa i propri ricordi, accedendo dunque ad aree del passato che erano ormai archiviate nei meandri della nostra mente. (agg. di Fabio Belli)
STUDIO ALL’AVANGUARDIA IN NEUROLOGIA
Il primo autore dello studio sull’ipermemoria, Valerio Santangelo, ha parlato di quanto condotto con gli altri specialisti tra Ateneo di Perugia e Fondazione Santa Lucia. Come riportato da TgCom24 questi ha specificato: “Abbiamo monitorato con attenzione otto persone con ipermemoria che abbiamo individuato dal gruppo di ricerca nella popolazione italiana a partire dal 2015 e 21 soggetti di controllo con memoria normo-tipica. La cosa davvero straordinaria è che oltre a ricordare il giorno della settimana di una data molto lontana nel tempo ricordano ade esempio che il 3 agosto del 2011 era un mercoledì e presentano una completa assenza di esitazioni o sforzi“. Queste scoperte potrebbero essere alla base di numerosi studi che si potrebbero rivelare decisivi per persone con complicazioni neurologiche.
COME FANNO A RICORDARE TUTTO?
Un gruppo di ricercatori italiani ha trovato otto persone, del nostro paese, con una ipermemoria autobiografica. Questi individui hanno la capacità, davvero prodigiosa, di ricordare anche i dettagli più banali di un qualsiasi evento legato a dieci giorni fa. Mettiamo un evento semplice come un pranzo tra amici, potrebbero descrivere la scena con dettagli che vanno dai cibi consumati fino ai vestiti dei presenti. Una cosa assolutamente non da tutti visto che si parla di qualsiasi evento dislocato nel tempo. Uno studio che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Pnas e che è arrivato in collaborazione tra diversi istituti. Questo apre le porte a nuove cure innovative per cercare di andare a ripristinare la memoria in chi l’ha persa per una condizione patologica. Sicuramente è un passo importante in avanti per la neurologia, un campo che da sempre ha tanti punti interrogativi aperti.