I costi e gli investimenti del Ponte sullo Stretto faranno crescere l'intera Italia, da Sud a Nord: il punto con il vicepremier Matteo Salvini, le novità

IL PONTE SULLO STRETTO RESTERÀ (E COSTA LA METÀ DEL REDDITO DI CITTADINANZA): LA ‘SCOMMESSA’ DI SALVINI

Al termine della settimana che ha visto il via libera definitivo al Ponte sullo Stretto di Messina, con la possibilità di avviare i cantieri entro fine estate (non appena la Corte dei Conti avrà bollinato il prospetto economico da 13 miliardi di euro, finanziati interamente dall’ultima Manovra di Bilancio), il leader della Lega Matteo Salvini parla con il “Corriere della Sera” spiegando perché l’opera infrastrutturale più importante d’Europa in prospettiva non è affatto una “cattedrale nel deserto”, ma servirà a rilanciare non solo Sicilia e Calabria.



Attirerà investimenti da ogni parte d’Italia, specie tra le imprese del Nord, oltre a permettere un canale di collegamento diretto con il resto d’Europa (complice la messa a punto delle linee TAV nei prossimi anni). Salvini dice di aver cambiato idea rispetto al passato quando per il Ponte sullo Stretto fra Messina e Reggio Calabria veniva contestato dalla Lega Nord: «la prospettiva è cambiata», spiega il vicepremier illustrando le novità del Ponte, a partire da un progetto solido con costruttori internazionali e investimenti record per le strade e le ferrovie del Mezzogiorno.



Ponte sullo Stretto, Matteo Salvini a Messina con la Lega Giovani (ANSA 2025)

Con l’UE che guarda con interesse alla realizzazione del ponte a campata più lungo del mondo, l’Italia può finalmente realizzare il corridoio mancante tra il Mediterraneo fino all’Europa del Nord. I 13 miliardi di euro complessivi del costo finale sono poi un risparmio netto rispetto ad altre “opere” che negli scorsi anni hanno pesato e non poco sulla collettività: il Reddito di Cittadinanza è infatti costato ben più di 30 miliardi e di fatto «non lascerà traccia in futuro», mentre il Ponte sullo Stretto «rimarrà nei secoli».



Oltre a riconoscerla come la più grande soddisfazione politica da quando è in politica, il leader della Lega e Ministro delle Infrastrutture rivendica l’aver riavviato l’Italia tra cantieri e progetti assieme al Governo Meloni.

DAGLI INVESTIMENTI AI NO IDEOLOGICI: COSA CAMBIERÀ CON IL PONTE SULLO STRETTO

Salvini si dice dispiaciuto per i tanti “No” ideologici giunti da sinistra e da alcuni territori locali che vedono nel Ponte sullo Stretto un “nemico” invece che una grande possibilità di crescita e ricchezza: «A sinistra c’è chi tifa contro il Ponte perché pensa di danneggiare la Lega», spiega ancora il n.2 del Governo parlando con il “Corriere”. Il collegamento che si potrà fare dal 2032, anno di conclusione dei lavori, tra Calabria e Sicilia è qualcosa che non può che suscitare sviluppo e crescita anche per eventuali investimenti futuri.

Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture al Cda sul Ponte di Messina (ANSA 2025)

Come spiega il leader del Carroccio, l’opera realizzata dalla società Ponte sullo Stretto di Messina (e diretta dall’ad Pietro Ciucci, ndr) già ora sta attirando ricchezza e investimenti, come avvenne ad esempio a suo tempo con l’Autostrada del Sole A1. Lanciando frecciate alle critiche di Pd, M5s e AVS, il Ponte è l’esatto opposto di quello che è stato il Reddito di Cittadinanza: «più investimenti e rimarrà nel tempo, inoltre farà felici anche le regioni del Nord». Come ribadito ancora in questi giorni con i dati di OpenEconomics sul Ponte sullo Stretto, ben 9mila posti di lavoro saranno sbloccati nella sola Lombardia, con 5,6 miliardi di euro in entrate per le imprese lombarde.