Ponte sullo Stretto, Salvini esclude nuova gara: "Altrimenti salta opera, iter avviato". Apertura alla Corte dei Conti: "Non ha pregiudizi ideologici"
Il progetto per la costruzione del Ponte sullo Stretto non si ferma dopo lo stop della Corte dei conti; anzi, Matteo Salvini conferma che l’iter proseguirà, senza indire una nuova gara che rischierebbe di vanificare quanto fatto finora e di far saltare la realizzazione di un’opera che ritiene strategica. Anche se restano aperte questioni come costi, impatto ambientale ed espropri, il governo va avanti. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ne ha parlato durante un evento a Reggio Calabria, “Connessioni Mediterranee”, organizzato dal quotidiano L’Altravoce.
Oltre a ribadire che la gara esistente è ancora valida, e che rifarla significherebbe “non voler fare il ponte”, il leader della Lega ha assicurato che il governo sta lavorando per rispondere alle contestazioni dal punto di vista tecnico sollevate dalla Corte dei conti, precisando che non c’è stata una bocciatura ideologica.
“Non crediamo che la Corte abbia avuto un pregiudizio ideologico. Abbiamo lavorato giorno e notte per rispondere alle obiezioni e poi sistemare gli atti che andranno sistemati”. L’obiettivo, dunque, resta quello di aprire i cantieri l’anno prossimo.
PONTE SULLO STRETTO, SALVINI ESCLUDE NUOVO ITER
“La gara è stata fatta, quindi su questo non ci possono essere timori. Il progetto non è cambiato strutturalmente. Rifare un’altra gara vuol dire che non si vuole fare il ponte”. Salvini ha chiarito anche che il progetto è ritenuto strategico anche dall’Europa, perché rientra in un corridoio importante; quindi la Commissione europea si aspetta che l’Italia realizzi il progetto. “L’Europa è irritata con l’Italia, perché aspetta questo benedetto ponte”. Infatti, il vicepremier sta avendo incontri con ministri, esperti e commissari europei per avanzare nella procedura.
NO SCORCIATOIE: “SUPEREREMO RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI”
Nel suo intervento ha anche ricordato i vari benefici: dalla riduzione drastica dei tempi di attraversamento (da 180 a 15 minuti per i treni) all’eliminazione delle lunghe file ai traghetti, fino ai 120.000 posti di lavoro generati, secondo le stime del governo. Tutto ciò si traduce anche in sviluppo economico per Calabria e Sicilia e in un miglioramento dei servizi, come trasporti locali, infrastrutture idriche e collegamenti ferroviari; si crea inoltre una realtà urbana integrata tra Messina e Reggio Calabria.
Salvini ha smentito la possibilità di usare la “scusa militare”, cioè di considerarlo uno strumento di difesa per aggirare i controlli: “Io penso che supereremo le perplessità della Corte dei Conti”. Anche se l’opera può essere utile anche ai mezzi militari, serve soprattutto ai cittadini.
Altro tema delicato è quello dell’impatto ambientale, ma Salvini ha segnalato che ogni grande opera richiede espropri e ha assicurato che gli espropriati verranno indennizzati “più del normale”, promettendo il coinvolgimento della popolazione nelle procedure.