Dal Bilancio soldi in più per la sanità. Schillaci promette fondi per retribuzione del personale, prevenzione, piano di salute mentale per i ragazzi
Si sa che l’estate favorisce il pensiero libero e le esternazioni. Con esse aumentano le promesse che poi la stagione autunnale si preoccuperà di confermare o smentire. Ad esempio, il ministro della Salute Orazio Schillaci è persona che esterna volentieri utilizzando le varie occasioni che gli si presentano (interviste, incontri, convegni, …) e seguirlo ci può dare l’idea di quali sono le sue promesse o, meglio, le sue priorità, per le stagioni entranti.
Come prima priorità, e non poteva essere diversamente, il ministro Schillaci è andato dal suo collega Giorgetti a proporgli di fare insieme una “battuta di cassa”. Ora, sarà perché i due ministri si filano, o sarà perché al titolare dei cordoni della borsa vanno bene gli affari e sta bene di salute (ha soldi, come sembra di capire dalle notizie giornalistiche), o sarà forse perché entrambi hanno deciso di aderire all’invito della Corte costituzionale (sentenza 195/2024) a considerare la salute un diritto superiore agli altri e quindi meritevole di essere premiato economicamente (e sarebbe una cosa buona), o ancora sarà il desiderio di accontentare almeno in parte la Schlein che vorrebbe per la sanità il 7,5% del PIL (tanto non sono soldi suoi), sta di fatto che il ministro della Salute è uscito dall’ufficio del ministro dell’Economia col sorriso sulle labbra, perché a suo dire la “battuta di cassa” avrebbe avuto un ottimo successo, visto che oltre ai 4 miliardi in più del Fondo sanitario già previsti per il 2026 il ministro Giorgetti avrebbe aggiunto un carico (come si dice a briscola) di ulteriori 2 miliardi.
Visto il successo del primo colpo, la seconda priorità viene di conseguenza: soldi per tutto il personale del comparto. Forse non sono i mille euro netti in più al mese per gli infermieri e i 2mila per i medici chiesti da Cognetti (presidente del Forum delle Società Scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani), ma una buona parte delle risorse aggiuntive promesse da Giorgetti permetteranno di agire sul personale: nuove assunzioni, innanzitutto (ma non certo i 30mila tra medici e infermieri che pretende sempre Cognetti); contratti retributivi più flessibili; possibilità di spostare fuori dall’area della pubblica amministrazione i contratti della sanità; incentivazione delle attività in intramoenia; ripensamento delle attività del medico di medicina generale anche per favorire lo sviluppo delle case di comunità; e via di questo passo.
La terza priorità è la prevenzione: in una società dove la popolazione sta decisamente invecchiando, con una attesa di vita che supera gli 83 anni, di cui 69 vissuti in buona salute e 14 in salute acciaccata da limitazioni funzionali, disabilità e malattie (dati Eurostat 2023), e che i cittadini con più di 65 anni consumano risorse sanitarie 3-4 volte di più di quelli più giovani, diventa obbligatorio alzare la quota degli anni vissuti in buona salute e ridurre quelli con acciacchi.
E per raggiungere questo obiettivo la prevenzione è evidentemente la strada irrinunciabile, anche se non facile da percorrere. Parliamo di consumo di alcol, fumo di sigaretta, dieta e alimentazione non corrette, scarsa attività fisica e sedentarietà, hobbies, attività lavorative nocive, condizioni di vita, inquinamento indoor, inquinamento atmosferico, traffico, riscaldamento, etc.
La quarta priorità è una rinnovata attenzione ai nostri ragazzi: ciò che preoccupa il ministro è il malessere psichico che interessa i giovani, un malessere da tempo presente, che ha trovato il suo culmine durante le fasi più acute della pandemia da Sars-CoV-2, ma che permane tutt’oggi in diverse forme anche estreme (omicidi, suicidi). Sul punto il ministro prevede di dedicare risorse per finanziare un nuovo piano della salute mentale.
Tra le priorità non poteva mancare il tema delle lunghe liste di attesa per l’accesso a prestazioni che fanno parte dei Livelli essenziali di assistenza (LEA). Su questo argomento però il ministro ha un giudizio tendente al positivo, perché ritiene che le cose stiano cambiando grazie alle attività che il suo ministero ha realizzato centralmente, come la piattaforma informativa gestita da AGENAS, oppure ha stimolato a livello di alcune regioni (come l’estensione degli orari per visite e accertamenti nelle ore serali e nei fine settimana, o la detassazione degli straordinari fatti dal personale). L’elenco delle priorità non è finito, ma quelle elencate sono sicuramente le più rilevanti.
Qualcuno ha manifestato segnali di (parziale) apprezzamento (esempio: ANAAO), qualcun altro si è soffermato sui soliti particolari e ha considerato piuttosto critico il suggerimento sull’uscita dei contratti del personale dal perimetro pubblico (vedi CGIL e UIL), qualcun altro ancora ha espresso il tipico commento che si riserva alle esternazioni di questo periodo delle parti avverse (Marina Sereni, Pd: da Schillaci le solite promesse estive).
Siamo ad agosto ed all’autunno manca poco: armiamoci ancora di un po’ di pazienza e poi vedremo se quelle del ministro Schillaci sono priorità (o promesse) da marinaio o se invece dietro c’è della sostanza.
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