I gettonisti in quattro anni ci sono costati 1,4 miliardi di euro: con i 457 milioni spesi nel 2024, avremmo potuto assumere circa 10mila sanitaria

Secondo delle stime recenti condivise dal Sole 24 Ore, con i fondi utilizzati in questi anni per pagare i cosiddetti “gettonisti“, il sistema sanità in questo momento potrebbe vantare circa 10mila medici e infermieri in più assunti – peraltro – a tempo indeterminato e con i regolari contratti previsti dalla contrattazione collettiva: numeri, insomma, da capogiro e che rendono evidente la necessità della stretta sui gettonisti fortemente voluta dal ministro Orazio Schillaci; fermo restando che per ora è – purtroppo – del tutto teorica.



Facendo un passetto indietro, è utile ricordare che i gettonisti sono tutti quei medici privati ai quali il Servizio Sanitario Nazionale è stato costretto a rivolgersi per sopperire alle (ben note, specialmente dalla pandemia a questa parte) carenze di sanitari regolarmente assunti: quella che poteva essere un’ottima opportunità, però, si è trasformata in un vero e proprio buco nero di fondi, con i medici a contratto che – in alcuni casi – se ne sono abbondantemente approfittati chiedendo anche più di mille euro per un singolo turno da otto ore.



Venendo ai numeri del Sole 24 Ore, secondo le stime ufficiali dell’ANAC i gettonisti sono costati qualcosa come 1,4 miliardi di euro nell’arco dei soli anni dalla pandemia a questa parte, con il 2024 che ha comportato una spesa da 457 milioni: secondo i CCNL, quegli stessi fondi avrebbero potuto coprire lo stipendio di circa 3mila medici (tanti quanti ne mancano nei vari pronto soccorso, prima linea dell’emergenza sulla carenza di sanitari) e altri 6mila infermieri (il 10% del fabbisogno italiano).

Cosa c’è dietro al problema dei gettonisti: la legge di Schillaci impantanata negli attuativi

D’altra parte, va certamente detto che la scelta di rivolgersi ai gettonisti non è stata fatta dagli ospedali per il semplice gusto di sprecare risorse pubbliche, ma – spiega Stefano Simonetti sul Sole – legata soprattutto al fatto che le nuove leve di medici difficilmente scelgono di partecipare ai bandi pubblici, resi poco attrattivi da un sistema che chiede un eccessivo sacrificio di ore, specialmente a fronte di stipendi talvolta troppo bassi che nel privato diventano ben più elevati; ma anche dal fatto che le Regioni sono costrette a rispettare limiti massimi di spesa assunzioni, non previsti negli appalti per i gettonisti.



Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Foto 2025 ANSA/FABIO CIMAGLIA)

La soluzione – dicevamo prima – ci sarebbe perché Schillaci è al lavoro da parecchio tempo al superamento dei limiti di spesa per le assunzioni e ha già reso molto più economicamente vantaggioso rivolgersi ai gettonisti (con un tetto allo stipendio che il privato può richiedere per le sue prestazioni); ma il percorso resta ancora in salita perché pur in discussione da diversi mesi, il decreto è impantanato nei suoi passaggi attuativi: Schillaci – dal conto suo – ipotizza soluzioni nella prossima Legge di Bilancio e nel frattempo sono aumentati i numeri di posti alle facoltà di Medicina; mentre a noi non resta che aspettare e vedere cosa succederà.