Santa Cecilia Vergine Martire si celebra come ogni anno il 22 novembre. Sono diverse le storie che circolano su Santa Cecilia, la più nota è sicuramente quella del cantico intonato al Signore durante il giorno delle sue nozze. Quello stesso cantico, come narra la leggenda, fu il motivo per il quale Santa Cecilia fu dichiarata patrona della musica. Altra leggenda è quella che Papa Urbano, prima di esaudire il desiderio di Cecilia e trasformare la sua casa in una chiesa, seppellì le spoglie della Santa insieme a quelle dei vescovi. A lei sono dedicati un movimento di riforma musicale, detto Cecilianismo, e la basilica di Santa Cecilia a Roma, nel rione Trastevere.
Sempre a Roma è ubicata l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che dal XVI secolo è una delle istituzioni più antiche e importanti nel genere musicale.
Santa Cecilia Vergine Martire, la sua vita
Santa Cecilia Vergine Martire nasce a Roma nel secondo secolo. Nata da famiglia pagana, Santa Cecilia si convertì in gran segreto alla fede cristiana durante l’impero di Alessandro Severo, impero che donò tranquillità ai cristiana per via della sospensione alle persecuzioni. Cecilia ebbe, durante il suo periodo di avvicinamento alla fede cristiana, una propensione a distaccarsi da tutto ciò che era terreno, donando tutta se stessa alla fede. Vittima di un matrimonio combinato, si narra che fu vista intonare un canto dedicato al Signore Gesù Cristo mentre tutti gli invitati al suo matrimonio cantassero invece per festeggiare l’unione della Santa con suo marito Valeriano. Durante la prima notte di nozze, Santa Cecilia confessò la sua totale devozione al Signore e negò di congiungere il suo corpo con quello dello sposo. Quest’ultimo accettò la richiesta della Santa, soltanto a patto che anch’egli avesse la possibilità di vedere i Santi che tanto acclamava la moglie.
Fu quindi mandato dal vescovo Urbano per avviare un processo di inizializzazione alla fede cristiana. Completato il processo e ricevuto il battesimo, Valeriano torno a casa dalla sua amata ed ebbe in visione l’Angelo, che lo invitò ad unirsi a loro in preghiera e devozione. Fu così che Valeriano accettò le richieste di Santa Cecilia nella loro totalità e decise di diventare anch’egli un fervente Cristiano, spingendo persino il fratello Tiburzio al battesimo. Durante quel periodo, però, all’imperatore Alessandro Severo subentrò il suo prefetto Almachio, che ristabilì le persecuzioni verso i cristiani. Valeriano e suo fratello Tiburzio vennero uccisi tramite decapitazione, mentre Cecilia fu condannata a morte per asfissia. Ella fu quindi rinchiusa per una notte nel suo bagno: fu grande sorpresa per i soldati quando, andando ad aprire la porta del bagno, ritrovarono Santa Cecilia in perfetta salute. Il prefetto Almachio la condannò quindi a morte per decapitazione, ma dopo tre colpi la testa di Cecilia non si distaccò dal corpo, terrorizzando il prefetto e i soldati. Santa Cecilia visse altri tre giorni prima di spirare, tre giorni durante i quali dispensò preghiere e parole di incoraggiamento ai fedeli accorsi in suo aiuto, incitandoli a non abbandonare la fede nonostante le pesanti persecuzioni subite. Prima di abbandonare la vita terrena Santa Cecilia, con un ultimo gesto, donò gli ultimi possedimenti terreni ad ella rimasti a Papa Urbano, per poi ricongiungersi con il Signore, il 22 Novembre 230 a Roma.