L’11 aprile è la data che la chiesa cattolica dedica a Santa Gemma Galgani, canonizzata da Papa Pio XII il 2 maggio del 1940. Nell’iconografia classica, Gemma Galgani è rappresentata sempre in abiti da suora passionista, ma anche con un giglio in mano, segno della sua purezza, e soprattutto con i segni del volere di Dio sulle mani.
Il suo culto è fortemente sentito in tutta Italia ma soprattutto nella città di Lucca che ha deciso di dedicarle anche una seconda ricorrenza, oltre quella ufficiale, che cade il 16 maggio ed è attentamente osservata in modo particolare dalla comunità di passionisti. Altri Santi e Beati che la chiesa festeggia nello stesso giorno di santa Gemma Galgani sono santo Stanislao, beata Elena Guerra, san Filippo, san Domnione, sant’Isacco e beata Sancia.
Santa Gemma Galgani, la vita della Beata
Santa Gemma Galgani nasce a Capannori il 12 marzo del 1878. Resta orfana di madre molto giovane ma viene cresciuta con amore dal padre e dai fratelli fino a quando la famiglia non inizia ad avere problemi economici e per questo motivo la bambina viene fatta adottare da una ricca famiglia che se ne prende cura, affidandole anche alla guida spirituale di monsignor Volpi e del passionista Germano Ruoppolo, che ebbe una grande influenza sulla sua formazione. Purtroppo, però, dopo 4 anni di vita molto tranquilla, Gemma si ammala di tubercolosi: la sua salute già molto precaria non è certo di aiuto a far fronte ad una malattia così subdola. La famiglia Giannini, che l’aveva accolta amorevolmente, è costretta ad allontanarla da casa per motivi di sicurezza e così la ragazzina viene trasferita in un’altra abitazione dove però riceve il conforto spirituale che le occorre proprio da Germano Ruoppolo, con il quale si era stabilito un rapporto di grandissimo affetto. Durante gli anni a casa Giannini, Gemma inizia ad avere strani segni sul corpo, che la ragazza identifica come stigmate, e si convince che sia un segno del Signore della volontà di consacrarla a Lui. Durante gli ultimi periodi della malattia, poi, Gemma racconta a Ruoppolo di aver fatto un sogno nel quale lo stesso Signore le chiede di fondare un monastero dedicato alle passioniste, corrente alla quale lo stesso Germano apparteneva. Proprio lui porterà avanti il sogno di Gemma dopo la sua morte, avvenuta l’11 aprile del 1903 all’età di soli 25 anni. Dopo la sua morte, il corpo della giovane Gemma viene rivestito con l’abito tipico delle passioniste, anche se non faceva parte dell’ordine. Le sue spoglie sono ancora oggi conservate nel monastero di quest’ordine che si trova a Lucca.