Sant’Agostino, video lezione Don Giacomo Tantardini/ “Felicità è l’incontro con Gesù”

- Niccolò Magnani

La lezione di Don Giacomo Tantardini sulla figura di Sant'Agostino: “la felicità è l'incontro con l'umile Gesù che si è fatto carne, non è un percorso per pochi”

botticelli agostino studio 1480arte1280 640x300 Botticelli, Sant'Agostino nello studio (1480), particolare

LA LEZIONE DI DON GIACOMO TANTARDINI PER LA FESTA DI SANT’AGOSTINO

Oggi 28 agosto 2022, festa di Sant’Agostino, vogliamo ricordare la figura di Don Giacomo Tantardini che sul Santo di Ippona aveva dedicato un’intera vita di ricerca e spasmodica testimonianza. Nel febbraio 2006 il teologo e compianto sacerdote – folgorato duranti i suoi studi dall’incontro con Don Luigi Giussani – tenne un ciclo di convegni sull’attualità della figura di Sant’Agostino. In particolare qui sotto vi riportiamo alcune delle più commosse sottolineature di Don Giacomo in merito alla fede e profondità umana che è stato per l’intera storia della Chiesa il Santo-filosofo, convertito in età adulta al cattolicesimo. A fondo pagina trovate poi il video integrale per ascoltare l’intero incontro tenutosi a Palazzo del Bo presso la Facoltà di Storia dell’Università degli Studi di Padova.

«Incredibile esperienza umana e quindi umana di Sant’Agostino dopo la sua conversione, narrata nelle “Confessioni”»: così Don Giacomo presentava agli studenti e a tutti i presenti chi era per davvero Sant’Agostino da Ippona. «Agostino nella lettura di Platone intuisce ed è il vertice dell’intuizione religiosa che l’uomo è felice se gode di Dio»: questa è l’intuizione di Sant’Agostino, un godimento delle virtù dell’anima. Questo, spiegava Don Giacomo, è l’intuizione ultimo della ragione umana: «il destino dell’uomo è la piena felicità nella continuità con il creatore». Ma per Sant’Agostino la domanda è netta: «come è possibile sapere se la felicità è in Dio? Io cercavo il modo di godere della felicità che è Dio!», sottolineava il Santo di Ippona secondo la lezione di Don Tantardini. Proprio quel godimento non è stato possibile «finché non ho abbracciato l’uomo Cristo Gesù», ammette Sant’Agostino: il maestro e Dottore della Chiesa ammetteva che era impossibile trovare quella felicità ultima «senza l’abbracciare umilmente l’umile Dio Gesù, «questo è il cuore dell’esperienza cristiana di Agostino e dell’esperienza cristiana da duemila anni».

SANT’AGOSTINO, RATZINGER E LA FEDE: LA TESTIMONIANZA DI DON TANTARDINI

«Leggere brani di sant’Agostino significa presentare il cuore, la sensibilità umana di Agostino, una sensibilità che la grazia purifica e insieme valorizza»: così spiegava ancora Don Giacomo Tantardini nel suo intervento pubblicato poi sulla rivista 30Giorni del 25 novembre 2008. Sant’Agostino, «per esprimere la dinamica della grazia non trova altre parole che le parole stesse con cui aveva descritto la dinamica del peccato, cioè delectatio e concupiscentia. Agostino usa la stessa parola, concupiscentia, sia per indicare la dinamica umana che, ferita dal peccato originale, porta al male, sia per indicare la dinamica della grazia, quell’attrattiva buona che la grazia offre alla totalità dell’uomo, anima e corpo».Riprendendo la lezione in Università fatta nel 2006, Don Tantardini affermava come tutt’oggi non si può comprendere l’attualità di Agostino senza capire che per lui l’orizzonte comunque di ogni passo, di ogni cammino al vero, è la felicità. «La verità non edifica il cuore se non è piacevole, se non rende il cuore contento», sottolineava Sant’Agostino nelle Confessioni.

Il Santo di Ippona capisce che tale felicità non è il termine di un percorso unico e lungo, non è un termine “di pochi” e “ottimati”: secondo Don Giacomo Tantardini, «la felicità sulla Terra è in un semplice riconoscimento, non in un lungo percorso. La felicità sulla Terra è un incontro gratuito, il semplice riconoscimento». Ratzinger nella sua tesi di dottorato su Sant’Agostino – citato da Don Tantardini – rifletteva così: «il mistero dei cristiani e il loro paradosso, il Logos si fa carne. La purificazione somma verso la spiritualità massima non si compie mediante l’intelletto bensì nella fede». Non è un’ascesi dell’anima dell’uomo che porta alla felicità, ma è l’incontro con Dio gratuito e presente «attraverso la carne dell’umile Gesù», chiosa Don Tantardini.







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