Un martire e un patrono: Sant’Alessandro – oltre al buon onomastico per tutti gli Alessandro d’Italia – rappresenta una delle figure più iconiche e rappresentative delle agiografie di santi legati al profondo passato della storia italiana. Di recente Monsignor Giulio Dellavite (Segretario Generale della Diocesi di Bergamo) ha raccontato all’Eco di Bergamo gli aneddoti e il valore che la figura di questo santo rappresenta non solo per gli orobici ma per tutta la Chiesa d’Italia. Alessandro era vessillifero della legione Tebea, composta da soldati egiziani ma dopo le varie peripezie che raccontiamo anche qui sotto, il viaggio verso la Lombardia dove però, dopo aver cercato di radunare i cristiani, fu fatto prigioniero e portato a Bergamo. Alessandro si guadagnò il martirio abbattendo di fatto l’ara preparata per il sacrificio agli dei romani; ancora Mons. Dellavite «Il suo non era solo il rifiutare un atto di culto quanto l’affermare la propria scelta per un insieme di valori, per uno stile di vita, per un ideale che parlava di pace, di accoglienza, di libertà, contro un regime di violenza e arroganza. Afferma il primato della coscienza. Gli fu tagliata la testa, ma la sua vita continuava a parlare». (agg. di Niccolò Magnani)
Il santo del giorno per il 26 agosto
Sant’Alessandro di Bergamo nacque con ogni probabilità a Tebe, nel III secolo d.C. ed ha fatto parte delle legione romana Tebea, una delle più prestigiose, al comando del generale Maurizio, anch’egli martirizzato e canonizzato dalla Chiesa. Mentre la legione si muoveva dalla Mesopotamia all’Africa, arrivò dall’imperatore Massimiano l’ordine di perseguitare tutti i cristiani incontrati lungo la strada. La maggior parte dei soldati, però, anch’essi cristiani si rifiutarono e ciò causò la decimazione dell’esercito. Prima, infatti, venne ucciso un soldato ogni dieci, poi, a causa di successivi rifiuti, la legione venne praticamente sterminata vicino Agaunum, nei pressi di St Moriz. Al massacro scamparono in pochi e fra questi ci fu proprio Alessandro che tuttavia fu costretto a scappare, arrivando a Milano dove si trovava all’epoca la corte dell’Imperatore. Alessandro venne ben presto riconosciuto ed incarcerato. Portato davanti allo stesso Imperatore Massimiano, che gli chiese di abiurare la sua fede, egli si rifiutò e fu di nuovo condotto in prigione. Riuscì tuttavia a scappare con l’aiuto di Fedele di Como e del vescovo di Milano, San Maderno e con il loro aiuto si diresse verso Como; secondo alcune testimonianze, durante il tragitto Alessandro fece resuscitare un morto.
Catturato lungo la via che portava a Como, Alessandro fu condotto nuovamente davanti all’Imperatore ed ancora una volta si rifiutò con forza di rinnegare la sua fede e non si limitò solamente a questo: in quell’occasione infatti distrusse un altare preparato per gli dei romani e ciò gli costò la definitiva condanna alla decapitazione. Tuttavia quando la pena capitale stava per essere eseguita, al carnefice apparve una visione; per questo motivo l’esecuzione fu sospesa ed Alessandro tornò in carcere, dal quale riuscì di nuovo a fuggire andando a Bergamo. Durante il suo viaggio accaddero vari episodi miracolosi ed Alessandro riuscì a godere dell’aiuto e della protezione di molte persone che incontrò lungo il suo cammino. Una volta arrivato a Bergamo iniziò la sua opera di predicazione e conversione, ma alla fine fu di nuovo catturato ed imprigionato. Venne decapitato il 26 agosto 301 e la sua testa fu raccolta da una nobile che la portò presso la Cattedrale.
Sant’Alessandro di Bergamo, il patrono della città lombarda
Come si può capire dal nome, Sant’Alessandro di Bergamo, questi è patrono della città lombarda. Molti dei luoghi di maggior interesse ricalcano la sua vita e le sue opere, per cui potrebbe essere organizzato bel tour proprio in quei posti. Ad esempio, dove oggi si trova la basilica di Sant’Alessandro in Zebedia, Alessandro fu incarcerato la prima volta; vicino al Ponte della Morla egli venne nascosto durante la fuga verso Bergamo mentre il luogo dell’ultima cattura da parte dei soldati romani è ricordato dalla presenza della chiesa di Sant’Alessandro in Colonna. Dopo la morte egli venne portato attraverso le vie della città, passando per Borgo Pignolo e Borgo San Leonardo; qui, secondo la tradizione, caddero gocce di sangue e nello stesso punto spuntarono dei fiori. Sulla cattedrale, infine, si trova una grande statua dorata di Sant’Alessandro, che veglia sulla città.
Nelle rappresentazioni egli viene raffigurato con la divisa da soldato romano ed un giglio bianco; quest’ultimo particolare sarebbe legato sia al simbolo della legione tebana sia ai fiori che nacquero dal sangue lasciato dal santo. Fra il 25 ed il 31 agosto Bergamo festeggia il suo patrono con una grande festa che prevede eventi, iniziative e spettacoli lungo le vie e nelle piazze della città che coinvolgono associazioni civili e religiose e culminano con spettacoli pirotecnici.
Gli altri Beati di oggi
Il 26 agosto si celebrano anche la Madonna di Czestochowa, S. Massimiliano di Roma, S. Teresa di Gesù, S. Anastasio di Salona, S.Oronzo, S. Vittore e S. Gelasio. Fra i beati, invece, si ricordano Giovanni da Caramola, Lorenza, Ambrogio da Benaguacil e Giacomo Retouret.