«Questo decreto significa nuovo ossigeno per le nostre imprese, nuovi posti di lavoro e una grande spinta verso la crescita. Siamo stati attaccati per un anno intero con un fiume di fake news in cui si diceva che il Movimento 5 Stelle bloccasse il Paese e il decreto che oggi, invece, il Paese lo sblocca, guarda il caso porta proprio la nostra firma», scrive su Facebook il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio dopo il via libera allo Sblocca Cantieri dopo mesi di discussioni e rinvii. Per il leader M5s, inoltre, «ci interessa poco intestarci i meriti, parlano i fatti: su circa 600 opere bloccate circa 540 sono a carico di Comuni, Regioni e altri enti, notoriamente amministrate non certo dal Movimento 5 Stelle. Le altre 60, di competenza del ministero dei Trasporti, erano ferme da anni e anni e ora ripartiranno. Con meno burocrazia, più trasparenza e tempi rapidi, oggi facciamo ripartire i cantieri e l’occupazione, rimettendo in moto l’economia e un settore chiave come quello delle costruzioni. Avanti così, certi che i cittadini, al momento opportuno, sapranno trarre le proprie valutazioni». Per il Premier Conte è momento di ringraziamenti «Grazie a tutti i parlamentari che hanno contribuito a questo risultato. Ora siamo nella condizione di accelerare sul completamento delle opere infrastrutturali e sui cantieri ancora aperti. Inoltre diamo una prima importante risposta per le zone terremotate». Da ultimo interviene con una lunga nota anche la Lega, tramite i relatori del testo Eluana Lucchini e Tullio Patassini «Con questo decreto liberiamo il sistema Paese dalla paralisi generale provocata in tutti questi anni dai governi della sinistra. La Lega è orgogliosa di aver contribuito a questo cambio di marcia, che semplifica e sburocratizza, snellisce i contratti pubblici e accelera gli interventi strutturali. Più poteri ai sindaci di appaltare, meno lacci e lacciuoli per le imprese. Di gilet all’opera vogliamo vedere solo quelli arancioni, non quelli gialli, mentre lavorano per velocizzare i cantieri contribuendo alla ripresa della nostra economia. Ecco cosa allontana corrotti e corruttori, che invece si annidano sempre lì dove c’è eccesso di burocrazia. Lo ribadiamo: le regole ci sono e se qualcuno fa il furbo finisce in galera, ma non per questo si può continuare a tenere l’Italia nella palude». (agg. di Niccolò Magnani)
VIA LIBERA ALLA CAMERA: CONTRARI SOLO PD E LEU
Decreto Sblocca cantieri approvato in via definitiva alla Camera: 259 sì, 75 no e 45 astenuti. Il provvedimento è legge, con il Governo Lega-Movimento 5 Stelle che ha posto la questione di fiducia: nel corso del passaggio a Montecitorio non ha subito modifiche. I voti contrari arrivano da Partito Democratico e Liberi e Uguali, mentre si sono astenuti i deputati di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia ed i rappresentanti delle minoranze linguistiche del gruppo Misto. Dopo la tensione delle ultime settimane sul decreto, esulta sui social il M5s: «Grazie a questo provvedimento riprendiamo finalmente i lavori nei cantieri italiani, aiutiamo le aree colpite dal terremoto, mettiamo in sicurezza e ridiamo al Paese le infrastrutture di cui ha bisogno ultimando ciò che è rimasto incompiuto».
DECRETO SBLOCCA CANTIERI E’ LEGGE
Arrivano le prime reazioni dai diversi partiti politici, soddisfatto il pentastellato Emilio Carelli: «Il Decreto Sblocca Cantieri è stato approvato! Si tratta di un provvedimento cruciale per sbloccare i lavori delle infrastrutture in Italia: riprendiamo i cantieri, aiutiamo le aree colpite da terremoti e mettiamo in sicurezza il Paese». Critico il Partito Democratico, ecco l’attacco dell’ex ministro Graziano Delrio: «Negli appalti pubblici tornano il massimo ribasso, i subappalti liberi e gli affidamenti diretti. Si ostinano a chiamarlo #sbloccacantieri ma è un decreto scritto sulla pelle dei lavoratori». Infine, l’affondo della dem Chiara Braga: «Da domani non ci saranno più cantieri aperti ma cantieri meno sicuri, lavoratori meno tutelati, più illegalità e spazio alle #mafie. Ecco il regalo dello Sblocca Cantieri e di un Governo che riporta indietro le lancette degli appalti di 20 anni».