È una storia di riscatto quella di Toni Capuano, il judoka protagonista del film L’oro di Scampia ambientato quasi interamente alla periferia di Napoli. Nel film, Toni parte da Scampia e alla fine approda a Roma, dove viene notato dal ct della nazionale e si aggiudica anche un posto agli europei. Toni – che nella realtà si chiama Pino ed è il figlio del famoso maestro Gianni Maddaloni – riuscirà infine ad aggiudicarsi un oro a Sydney, un traguardo per certi versi inatteso e insperato, viste le origini umili del giovane. Umile quanto a provenienza, siamo sicuri che Pino abbia in realtà un animo altamente nobile. Proprio come suo padre, che è riuscito a fondare a Scampia un vero e proprio centro di aggregazione non solo sportivo, ma anche culturale. Il judo, infatti, è uno sport ‘colto’, ricco di regole e a suo modo educativo, l’ideale per riformare la mente dei ragazzini vissuti all’ombra di due ‘Vele’ quantomai soffocanti. (agg. di Rossella Pastore)
Scampia, location “L’Oro di Scampia”: il sobborgo di Napoli torna protagonista
Scampia, dove si trova e cos’è? Si tratta di un sobborgo di Napoli che ha fatto da cornice alla fiction “L’Oro di Scampia” trasmessa su Rai1. Quando si parla di Scampia viene immediatamente alla memoria il film “Gomorra” poi diventato una serie cult famosa in tutto il mondo. Andando a curiosare possiamo dirvi che si tratta di un sobborgo di Napoli costruito a cavallo della seconda metà del Novecento che confina a Sud con i quartieri Piscinola (Via Cupa della Filanda, Via Tancredi Galimberti, Via Antonio Labriola, Via Pietro Gobretti, Via Oliviero Zuccherini) e Miano (Cupa Carbone, Via del Gran Paradiso, Via del Cervino, Via Ettore Ciccotti, Via Don Luigi Guanella). A Sud-Est, invece, il quartiere confina con Secondigliano, mentre ad est col comune di Arzano. Infine a nord è confinante con i comuni di Casandrino e Melito di Napoli, mentre ad ovest col comune di Mugnano di Napoli.
Scampia, quartiere di Napoli: le Vele simbolo del sobborgo
Scampia è uno dei quartieri più “noti” anche se non si mai andati in Campania visto che dal 2000 è diventato un set cinematografico a cielo aperto per diverse produzioni di film e serie tv dedicati alla camorra, ma anche a storie di disagio, riscatto sociale. Prima degli anni ’70, invece, era un non campo: ossia una spianata verde di erbacce oltre le colline di Napoli. Simbolo di questo quartiere sono le Vele, così chiamate per la forma dei palazzi considerate il teatro di spaccio di droga a livello mondiale. In questo quartiere c’è il tasso di disoccupazione più alto d’Italia: circa il 75% delle persone che vive non ha un lavoro, anche se dietro la volontà di non far crescere e sviluppare questo sobborgo c’è proprio la mano della criminalità organizzata anche se negli ultimi anni con l’arrivo di diversi fondi europei molte zone sono state riqualificate. Diverso tempo fa Il Mattino descriveva così il sobborgo: “nella capitale dei senzatetto, nella città dove un esercito di persone non ha casa e la reclama ogni giorno e non si sa dove ospitarle. I mille e mille appartamenti nei quali il terremoto ha aperto crepe e fenditure fanno nascere una situazione tragica di emergenza”.