“Via libera alla #Manovra2020. In 100 giorni: meno tasse per i lavoratori, più soldi per famiglie, Comuni, vigili del fuoco, sanità, incentivi alle imprese. Crescita, sostenibilità, ambiente, welfare, lotta all’evasione fiscale: con fiducia guardiamo al futuro dei cittadini”. Con questo tweet Giuseppe Conte ha salutato l’approvazione da parte della Camera della Legge di bilancio. «Mi sembra che il Premier viva in un mondo diverso dal nostro, perché i temi importanti sono quelli della crescita dell’economia e dell’occupazione. Mi sarei aspettato che spiegasse quale sviluppo economico, quale incremento dell’occupazione, quale miglioramento del tenore di vita delle persone garantisce la manovra. Mi sarei aspettato, visto che ci sono alcuni problemi economici enormi nel Paese, che accennasse anche a questi», è il commento di Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie.
A quali problemi fa riferimento?
C’è il dramma dell’ex Ilva: nonostante gli annunci del Governo non sappiamo bene cos’abbia concretamente in mente e l’esecutivo sarebbe potuto già intervenire con un provvedimento sostitutivo dello scudo penale per dare un segnale e una garanzia per il futuro dell’acciaieria, su cui continua a pendere la minaccia dello spegnimento di un altoforno. C’è anche la questione di Alitalia il cui sbocco ancora non è chiaro. C’è il problema del deficit di infrastrutture del Mezzogiorno: verranno realizzate? E poi che n’è dei terremotati del Centro Italia? A che punto è la ricostruzione?
E nelle ultime ore è anche riesploso il caso delle concessione autostradali…
Sì, un vero e proprio pasticcio. Io non capisco come mai non venga ritenuto prioritario, prima di ogni discorso sulla revoca delle concessioni, fare in modo che ci siano meccanismi più stringenti per far sì che vengano effettuati gli investimenti e, anche tramite maggiori controlli ministeriali, le manutenzioni corrette. Lanciarsi in una battaglia con i concessionari prima di fare tutto questo non mi sembra una buona mossa.
Rispetto ai temi che ha elencato, leggendo anche le ultime dichiarazioni del ministro Gualtieri, la soluzione non potrebbe essere l’intervento pubblico?
I soldi e le capacità dello Stato non sono infinite. Non possiamo avere Alitalia pubblica, l’ex Ilva pubblica, autostrade pubbliche, ecc. Dove si trovano tutti i mezzi necessari?
Il caso autostrade può creare nuove fibrillazioni in una maggioranza non proprio compatta?
Mi sembra che questa vicenda sulle concessioni autostradale preoccupi e imbarazzi un po’ il Partito democratico e naturalmente Renzi ha colto la palla al balzo per mettere in difficoltà il suo ex partito. Quindi vedo il Governo in una situazione sempre più difficile, come testimoniato dal continuo uso della formula “salvo intese” per i provvedimenti più importanti.
A metà gennaio ci sarà quella che una volta si sarebbe chiamata verifica di Governo. Sarà tale o forse più una resa dei conti?
Con tale verifica non si potrà raggiungere nessun accordo, perché c’è troppo contrasto tra le linee. Credo si adotteranno delle soluzioni che porteranno a un continuo rinvio delle vere decisioni da prendere.
Fino a quando?
Non so bene in che cosa consisterà, ma credo che il vero detonatore capace di far saltare il Governo debba ancora arrivare. E non credo che si vedrà prima di febbraio. In ogni caso, oltre ai problemi economici di cui abbiamo parlato poco fa, prima o poi arriverà una lettera dell’Ue sui nostri conti pubblici. Mi chiedo quando Mattarella capirà che se non vuole indire elezioni anticipate non ha altra strada che un Governo tecnico o comunque moderato.
(Lorenzo Torrisi)