Vendite delle auto in calo in Italia, ma per le vetture ibride il trend è positivo: la svolta green voluta dalla UE è un miraggio, occorre un’alternativa
Il ministero dei trasporti ha reso noti in questi giorni i dati relativi alle immatricolazioni del mese di agosto. Continua il trend negativo del mercato italiano: -2,68% rispetto allo stesso mese del 2024 e -3,68% rispetto ai primi otto mesi dell’anno scorso.
Per quanto concerne la trasformazione del mercato e la tipologia di alimentazione – secondo elaborazioni di alVolante su fonte Unrae – tutti i motori endotermici registrano cali.
Le auto a benzina scendono al 24,9% (-3,2% sul mese e -4,2% sul cumulato, ora al 25,7%). Le diesel si fermano all’8,1% ad agosto (-5,3%), e al 9,7% nel periodo gennaio-agosto (-4,6%). Anche le Gpl sono in flessione: 9,7% nel mese (-0,9%) e 9,2% nei primi otto mesi dell’anno (-0,2%).
Le vetture ibride confermano invece il trend positivo: nel solo mese di agosto toccano il 45,4% di quota (+4,8%), mentre nel cumulato gennaio-agosto salgono al 44,6% (+5,5%). Di queste, il 13,9% è rappresentato da full hybrid e il 31,5% da mild hybrid. Le auto elettriche conquistano il 4,9% del mercato ad agosto, in crescita rispetto al 3,7% dello stesso mese del 2024. In decisa ascesa anche le ibride plug-in, che grazie ai benefici del fringe benefit raggiungono il 7,1% (erano al 3,5% un anno fa). Insieme, elettriche e plug-in rappresentano il 12% del mercato mensile.

A livello europeo, si registra una leggera contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (0,3%) mentre, per quanto riguarda la tipologia di alimentazione, si confermano buoni numeri per i veicoli elettrici (17% del mercato), per quelli ibridi (35%) e per quelli plug-in (9%).
In particolare, Tesla ha praticamente dimezzato le sue vendite in Europa e parallelamente BYD registra una potente crescita (+300% circa). Peraltro, in Italia, BYD – che vale l’1,3% del mercato – in questi giorni ha proposto incentivi per la rottamazione fino a 10.000 euro, in assenza dei sostegni statali promessi dal ministro Urso.
Nel frattempo, l’associazione dei costruttori europei (ACEA) ha scritto in questi giorni alla Commissione UE per comunicare quanto gli obiettivi al 2030 e al 2035 previsti dal Fit for 55 siano oggi come oggi del tutto irraggiungibili (“Target green impossibili”). Non è una novità, già in precedenza ACEA aveva preso iniziative simili nei confronti di Bruxelles.
Evidentemente, considerati i cambiamenti ai vertici di due dei tre gruppi più importanti – François Provost alla guida di Renault e Antonio Filosa alla guida di Stellantis – questi hanno ritenuto di ribadire oggi le posizioni maturate all’interno delle proprie organizzazioni e di richiedere nuovamente un intervento di modifica del quadro normativo vigente.
L’industria europea non solo non è pronta per la svolta Total Electric prevista dal Fit for 55 dal 2035 ma, se vuole rilanciarsi, ha bisogno di una nuova tecnologia, per evitare di competere con un’industria fortissima, quella cinese, sul suo terreno, quello del motore elettrico.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
