AfD potrebbe capitalizzare l'intervento della Merkel contro Merz e la maggioranza allargata alla destra, aumentando i consensi
Mercoledì scorso, in prima lettura, il Bundestag (parlamento tedesco) aveva approvato una mozione della CDU (Unione cristiano-democratica tedesca) sui migranti. Approvazione avvenuta varando una inedita maggioranza comprensiva di AfD (Alternativa per la Germania), partito dell’estrema destra tedesca. Il “cordone sanitario” contro gli estremisti si era spezzato. Subito però in migliaia hanno preso compostamente a manifestare il proprio dissenso per l’operato del partito sotto la sede storica della CDU, l’Adenauer Haus a Berlino, ed anche in altre città. Ma non bastava, e così Angela Merkel ha attaccato il capo del suo stesso partito e candidato cancelliere della CDU alle prossime elezioni di marzo, Friedrich Merz, definendo un errore accettare il sostegno di AfD per la nuova legge sull’immigrazione in Germania.
Con questo la ex cancelliera ha subito ristabilito le regole. Come succedeva in Italia quando i voti della destra venivano congelati e non potevano comporre maggioranze parlamentari in applicazione della pregiudiziale antifascista. In realtà la cancelliera, mettendo a rischio il suo candidato, ha blindato l’accordo con SPD (partito socialista tedesco) per le prossime elezioni politiche. La stampa tedesca ha reagito in modi diversi. Secondo Der Spiegel quella della Merkel “è stata una mossa inaudita ma amaramente necessaria”. Per Bild invece si è trattato di un atto sleale contro il partito, che infrange la regola non scritta di non ingerenza nell’azione del cancelliere in carica.
Ieri comunque il progetto di legge per la limitazione dei flussi di immigrazione presentato dalla CDU, in seconda lettura, è stato respinto, poiché 16 deputati della CDU e 12 della FDP (Partito liberale tedesco) sono usciti al momento del voto ed hanno fatto mancare la maggioranza. Il cuore del disegno di legge era la limitazione dei ricongiungimenti familiari e conteneva anche misure restrittive personali. La proposta era già stata presentata al Bundestag a settembre ma era tornata all’ordine del giorno dopo i fatti di Aschaffenburg, dove un immigrato afgano a cui era stato negato il diritto di asilo aveva accoltellato e ucciso in un parco un bimbo di due anni e un adulto che lo stava custodendo. Secondo i parlamentari della SPD, dei Verdi e della Linke è scandaloso accettare i voti dell’estrema destra, come se l’elezione di quei parlamentari non fosse legittima. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock si è indignata per l’accordo tra democristiani ed estrema destra.
Nel frattempo Merz, oltre a negare alleanze strutturali con AfD, ha difeso il progetto di legge asserendo che i cittadini si aspettano risposte sul fronte della politica migratoria. Sempre Merz ha ricordato che già nel 2016 i ricongiungimenti familiari erano gia stati limitati e non capisce perché ora i socialisti si stiano opponendo. “Siamo d’accordo che l’afflusso di richiedenti asilo nella Repubblica Federale debba essere limitato? Se siamo d’accordo, allora potete accettare questa legge”, ha dichiarato Merz, rivolgendosi alla SPD e ai Verdi.
Merz velatamente ha anche attaccato l’ex cancelliera Merkel senza nominarla, affermando che il suo partito è responsabile del consenso che AfD sta ottenendo dal 2017. Un consenso tale da far sedere il partito nel Bundestag. Ha aggiunto che il consenso per AfD è raddoppiato negli ultimi tre anni di coalizione semaforo SPD-Verdi-FDP. Dal canto loro anche i rappresentanti della CDU nel Bundesrat (Consiglio Federale) hanno fatto sapere che non avrebbero votato la nuova legge. Sahra Wagenknecht, leader di BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht, definito rosso-bruno o sovranista di sinistra), nota per le sue posizioni contro l’immigrazione, ha espresso la stessa opinione. È colpa dei partiti al governo se AfD sta aumentando costantemente il suo consenso. In tutto questo Angela Merkel sembra avere ancora una certa presa sul vecchio establishment della CDU tanto da condizionarne le scelte. Questo la rende il primo antagonista di Friedrich Merz, perché la sua resistenza a modificare le politiche migratorie potrebbe aprire ancora di più le porte del consenso ad AfD.
L’AfD, che mercoledì aveva festeggiato la sua prima maggioranza in assoluto insieme a CDU, CSU e FDP, ha criticato duramente la CDU. Bernd Baumann, responsabile parlamentare dell’AfD, ha accusato il partito centrista di perseguire una politica migratoria inaccettabile. Inoltre, alcuni premier dei Länder guidati dalla CDU hanno già annunciato che non approveranno la “Legge sulla limitazione degli afflussi” nel Bundesrat.
Alla fine il peggior nemico di Merz è proprio il suo partito, ancora troppo legato all’epoca Merkel, che ormai sembra risalire a mille anni fa.
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