L'economia italiana avrebbe bisogno di una maggior spinta, che può arrivare da una crescita della domanda interna
L’Economic Outlook dell’Ocse, secondo Luigi Campiglio, Professore di Politica economica all’Università Cattolica di Milano, contiene «previsioni sul Pil moderate, specie per quanto riguarda l’Eurozona, contraddistinta da una situazione a macchia di leopardo: la Spagna (+2,9% quest’anno e +2,2% il prossimo), infatti, cresce molto più della media (+1,3% e +1,2%) e dei tre principali Paesi dell’area, ovvero Germania (+0,3% e +1%), Francia (+0,8% e +1%) e Italia (+0,5% +0,6%)».
Cosa pensa, in particolare, delle previsioni riguardanti l’Italia?
L’economia del nostro Paese avrebbe bisogno di una spinta. Le previsioni, infatti, mostrano una sorta di stasi che può facilmente trasformarsi in frenata. L’obiettivo primario dell’Italia è cercare di arrivare a una crescita dell’1%. Occorre, quindi, mettere in movimento un qualche moltiplicatore economico. Abbiamo bisogno in particolare, rispetto alla situazione globale, di una spinta di moltiplicatore tramite la domanda interna.
Quindi, occorrono maggiori consumi e investimenti?
Esattamente. In questo momento, visto il quadro geoeconomico, non possiamo contare troppo sulle esportazioni. Sul fronte dei consumi sarà interessante vedere come andranno quelli relativi alle festività natalizie, se nei prossimi mesi l’occupazione continuerà a crescere e quali saranno gli effetti dei recenti rinnovi contrattuali che hanno coinvolto molti lavoratori pubblici e che prevedono aumenti salariali, nonostante la stretta sui conti pubblici che è stata attuata.
Ci sono anche buone possibilità di rinnovare il Ccnl dei metalmeccanici. Si può essere ottimisti su una ripresa dei consumi?

Sì, anche se bisognerà cercare di fare in modo che alcune situazioni di crisi aziendali non si trasformino in perdita di posti di lavoro e quindi di reddito per le famiglie. C’è da sperare, inoltre, che i rinnovi contrattuali già siglati possano rappresentare uno stimolo per concludere positivamente tutte le trattative ancora in corso nelle diverse categorie.
Cosa si può fare, invece, sul fronte degli investimenti?
Per quelli pubblici, occorre cercare di mettere a terra nel miglior modo possibile le risorse del Pnrr, così da aumentarne l’impatto positivo sulla crescita dell’economia. Per quanto riguarda gli investimenti privati, tradizionalmente quelli nel settore edilizio possono dare buoni risultati, ed è quindi un bene che con la Legge di bilancio si intenda prorogare la detrazione al 50% per le ristrutturazioni della prima casa.
Gli investimenti privati potrebbero essere favoriti da una politica monetaria più espansiva da parte della Bce?
Sicuramente sì. Il credito è importante e sarebbe un bene se si riuscisse a favorire il finanziamento delle imprese, specie le Pmi. Vedremo anche cosa deciderà di fare la settimana prossima la Fed sui tassi. Un’eventuale diminuzione degli stessi, infatti, potrebbe favorire un’analoga decisione da parte della Bce.
L’Ocse ha promosso l’Italia sul fronte dei conti pubblici. Se il deficit/Pil scenderà sotto il 3% già quest’anno ci potrà essere qualche beneficio utile alla crescita?
Potrebbe essere una condizione favorevole all’ingresso di capitali esteri, e quindi di investimenti, nel nostro Paese. Se dall’estero si viene guardati con sospetto, come sta accadendo in questi mesi alla Francia, non è certamente un bene.
(Lorenzo Torrisi)
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