Caos nel Pd su Ucraina e piano riarmo di Von der Leyen: le posizioni di Schlein anti-Ue spaccano il partito, quali scenari si aprono davanti
UCRAINA, RIARMO, JOBS ACT: SCHLEIN IN UNA SETTIMANA HA “SPACCATO” IL PD
Se è vero che nel Centrodestra le nuove posizioni espresse dalla Commissione Europea su guerra Ucraina e piano di riarmo trovano una non semplice congiuntura tra la Premier Meloni e gli alleati Salvini e Tajani, in casa Pd l’ultima settimana ha come fatto riesplodere le tante distanze tra le varie correnti, con una forte critica ora espressa per le ultime uscite di Elly Schlein che non sono piaciute a parte della Direzione Nazionale.
Occorre riavvolgere un attimo il nastro per capire l’aria che tira all’interno del Nazareno, specie dopo l’ultima mossa di Von der Leyen che ha visto “spaccarsi” molti dei partiti europei che la sostengono: già nella lunga relazione in Direzione Pd la scorsa settimana, la Segretaria Schlein – dopo aver attaccato il Jobs Act dei Governi Pd-Renzi – aveva provato a prendere una posizione dopo le pressioni delle varie correnti dem sull’esprimere un giudizio definitivo in merito al caos geopolitico fra Trump, Putin e Zelensky. Invitata a parlare, la deputata ed ex europarlamentare, non aveva convinto appieno la platea dem sottolineando di non stare né col «finto pacifismo di Trump», ma neanche condivide l’Europa che non parla di pace e rinnova la guerra alla Russia.
Poi arriva lo show-scontro alla Casa Bianca tra i due presidenti, il vertice di Londra con i leader europei (dove l’arcinemica di Schlein, Meloni, predica una posizione di realpolitik con Usa e Ucraina) e soprattutto il piano di riarmo dell’Europa lanciato ieri da Von der Leyen: e anche qui l’intervento di commento della Segretaria Pd non convince affatto le varie anime del partito già molto divise sul tema.
Secondo Schlein, intervenuta ieri su Facebook, quanto presentato dalla Commissione Ue è del tutto errato, in quanto occorre puntare sulla difesa comune e non sul riarmo: servono piani di investimenti e pace europea, non la corsa al riarmarsi a livello nazionale. Ed è qui che il Pd si spacca, con l’area progressista che tendenzialmente segue l’indirizzo di Schlein, mentre la componete riformista, moderata e cattolica, sottolinea come il tema del riarmo è in realtà collegato alla difesa e non al muovere guerre nel prossimo futuro.
LO SCONTRO TRA RIFORMISTI E PROGRESSISTI: FRANCESCHINI STA CON SCHLEIN, GUERINI E I CATTOLICI SI DISTANZIANO
Mentre AVS e M5s tuonavano contro Von der Leyen – avendo però vita facile non essendo implicati a nessuna alleanza in Europa con la Commissione Europea – il Pd meditava sulla posizione da prendere per non spaccare ulteriormente un già fragile equilibrio: il post social della Segretaria però ha rotto gli indugi, avendo scattare sulla sedia diversi elementi tutt’altro che d’accordo con la posizione espressa da Schlein. Un “campo largo” più orientato a sinistra, come del resto frutto delle scelte anche programmatiche di questi ultimi mesi, che non convince affatto l’area riformista al Nazareno.
Da Brucelles, la dem Pina Picierno prosegue nella critica alla linea di Schlein contro l’Europa, trovando sostegno in altri parlamentari Pd e nel vertice dei Socialisti Europei contro cui invece la Segretaria, inevitabilmente, si distanzia per il fronte “ReArm Europe”. Da fonti raccolte in queste ore, l’ex commissario Ue Gentiloni non avrebbe affatto gradito la denuncia di Schlein contro Von der Leyen (e di fatto contro il gruppo S&D, l’ex PSE), tanto da far muovere l’uomo-ombra del Pd Dario Franceschini per provare a ricucire lo strappo.
È poi lo stesso ex Segretario Pd a schierarsi stamane con la propria leader, chiedendo che il piano di Von der Leyen «possa essere rivisto», e dunque aggiungendo un frammento di diplomazia politica che dal discorso di Elly Schlein sembrava mancare del tutto. Il partito viene descritto come in grande difficoltà per le varie interpretazioni, correnti e linee interne: quello che è certo è che la posizione di Schlein su Ucraina e riarmo è ben lontana dall’anima più riformista e socialdemocratica, mentre viene “sposata” dalla componente più progressista, ex comunista e movimentista.
Secondo il Presidente del Copasir ed ex renziano, Lorenzo Guerini, è necessario in un momento come questo unirsi come Europa per far fronte alla sicurezza futura, «non è un argomento molto popolare ma la verità è questa». Secondo Guerini insomma serve sposare il piano Von der Leyen, mentre lo attaccano senza remore da Orlando a Speranza fino a Scotto e Tarquinio: tante anime, molta indecisione e una linea generale della leader Schlein che non solo non unisce, ma “spacca” ancora di più un già fragile equilibrio interno.
