Riusciranno i nostri eroi a raggiungere l’Obiettivo 2010? I nostri eroi sono i Paesi firmatari della Convenzione sulla Diversità Biologica(CBD)e l’Obiettivo 2010 si prefigge di «raggiungere una significativa riduzione dell’attuale tasso di perdita di biodiversità entro tale data. E ci sono anche i supereroi, cioè i membri dell’Unione Europea, che hanno individuato un obiettivo ancor più ambizioso: «quello di arrestare la perdita di biodiversità» entro tale data. Con queste premesse inizia un anno speciale, eletto dall’Onu come International Year of Biodiversity (IYB), che sarà inaugurato l’11 gennaio a Berlino e vivrà il suo principale convegno scientifico a fine gennaio a Parigi sotto l’egida dell’Unesco.
Sono passati ormai più di vent’anni da quando il famoso biologo E.O. Wilson, il padre della sociobiologia, ha pubblicato il primo saggio intitolato Biodiversity, attirando l’attenzione su un nuovo problema; e ne sono passati circa dieci dall’adozione della CBD (l’Italia l’ha firmata nel 1992): tuttavia, dobbiamo constatare una progressiva perdita di diversità biologica in ogni parte del mondo e quindi sono alte le aspettative per quanto si potrà fare, a livello scientifico, educativo e politico, nell’anno appena iniziato. Passando al livello della natura inanimata e scendendo verso le profondità del microcosmo di particelle di cui è fatto tutto l’universo, le aspettative per il 2010 sono ancor più elevate. I riflettori sono puntati, evidentemente, sui laboratori del Cern di Ginevra: in particolare sui quattro megaesperimenti ormai in corso dopo il felice riavvio del Large Hadron Collider (LHC); l’acceleratore di particelle è incaricato di cercare i segreti della massa, ma anche di scovare le leggi della supersimmetria che regolano i componenti fondamentali della materia e di aprire qualche spiraglio sull’enigma della materia e dell’energia oscura.
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Riusciranno i nostri eroi a raggiungere l’Obiettivo 2010? I nostri eroi sono i Paesi firmatari della Convenzione sulla Diversità Biologica(CBD)e l’Obiettivo 2010 si prefigge di «raggiungere una significativa riduzione dell’attuale tasso di perdita di biodiversità entro tale data. E ci sono anche i supereroi, cioè i membri dell’Unione Europea, che hanno individuato un obiettivo ancor più ambizioso: «quello di arrestare la perdita di biodiversità» entro tale data. Con queste premesse inizia un anno speciale, eletto dall’Onu come International Year of Biodiversity (IYB), che sarà inaugurato l’11 gennaio a Berlino e vivrà il suo principale convegno scientifico a fine gennaio a Parigi sotto l’egida dell’Unesco.
Sono passati ormai più di vent’anni da quando il famoso biologo E.O. Wilson, il padre della sociobiologia, ha pubblicato il primo saggio intitolato Biodiversity, attirando l’attenzione su un nuovo problema; e ne sono passati circa dieci dall’adozione della CBD (l’Italia l’ha firmata nel 1992): tuttavia, dobbiamo constatare una progressiva perdita di diversità biologica in ogni parte del mondo e quindi sono alte le aspettative per quanto si potrà fare, a livello scientifico, educativo e politico, nell’anno appena iniziato. Passando al livello della natura inanimata e scendendo verso le profondità del microcosmo di particelle di cui è fatto tutto l’universo, le aspettative per il 2010 sono ancor più elevate. I riflettori sono puntati, evidentemente, sui laboratori del Cern di Ginevra: in particolare sui quattro megaesperimenti ormai in corso dopo il felice riavvio del Large Hadron Collider (LHC); l’acceleratore di particelle è incaricato di cercare i segreti della massa, ma anche di scovare le leggi della supersimmetria che regolano i componenti fondamentali della materia e di aprire qualche spiraglio sull’enigma della materia e dell’energia oscura.
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Secondo i responsabili del gigantesco circuito sotterraneo posto al confine tra Francia e Svizzera, la “macchina” dovrebbe raggiungere a fine febbraio l’energia pari a 3,5 TeV (migliaia di miliardi di elettronvolt) tali da produrre collisioni frontali tra le particelle pesanti (gli adroni) a 7 TeV: per circa un anno a quell’energia sarà possibile condurre gli esperimenti programmati con buone speranze di successo. Dal sottosuolo agli spazi siderali: la fisica delle particelle nel 2010 si farà anche direttamente nello spazio grazie al laboratorio orbitante Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), il cui lancio previsto inizialmente nel 2003 è stato rimandato al 29 luglio di quest’anno dopo la tragedia del Columbia: AMS resterà agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale fino al 2013. L’apparato sperimentale consiste in un magnete superconduttore, i cui rivelatori sono in grado di identificare la tipologia di particelle tramite misure ridondanti di carica, velocità, energia e direzione di moto. Il suo scopo è di studiare i raggi cosmici in cerca di tracce di antimateria e materia oscura; la sua strumentazione gli consentirà di identificare antiparticelle e antinuclei con una precisione di una parte per miliardo. La missione vede l’Italia come primo contributore, con circa il 25% del totale: il nostro Paese, con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), è responsabile della realizzazione dei principali strumenti a bordo di AMS; l’industria spaziale nazionale, sotto la gestione dell’Asi, ha contribuito alla realizzazione del sistema termico e dei rivelatori a silicio.
Sul versante biologico l’anno nuovo porterà a un intensificarsi della ricerca nella lotta contro il cancro; ciò avverrà anche attraverso un nuovo approccio di tipo biochimico. Le cellule tumorali spesso utilizzano un metabolismo del glucosio alternativo per sopravvivere: l’obiettivo dei ricercatori sarà di interrompere questa via alternativa. Sono già in programma numerose conferenze che tratteranno questo nuovo modo di procedere. Nel campo della genetica obiettivo primario sarà il sequenziamento di migliaia di genomi umani per individuare nuovi geni correlati a patologie; attraverso questi studi, che fino ad ora hanno portato notevoli risultati, si vuole anche analizzare il meccanismo ereditario con cui vengono trasmesse alcune malattie. A cavallo tra ricerca di base e sviluppo tecnologico c’è l’effervescente mondo delle nanotecnologie, che continuano a espandersi invadendo sempre nuovi campi applicativi. Sarà il caso allora di tenere d’occhio quello che accadrà dal 21 al 25 giugno al Convention Center di Anaheim (California), dove i protagonisti del settore si raduneranno per la 13° edizione della Nanotech Conference and Expo, per discutere e presentare le nano-novità nel campo dell’elettronica, della fluidica, dei biomateriali, della medicina, dell’energia. Infine, accanto a tutte le previsioni più o meno attendibili, ce n’è una a cui va attribuito il più alto grado di probabilità: la previsione che in molti laboratori possa accadere… qualcosa di imprevisto.
(ha collaborato Daniele Banfi)