Che Dmitrij Mendeleev fosse uno scienziato al di fuori della norma lo abbiamo intuito da pochi passaggi sulla sua vita e sulla sua carriera. Forse potremmo paragonarlo al più recente dottor Emmett L. Brown de Il ritorno al futuro, il capolavoro degli anni ’80 di Robert Zemeckis. Spulciando ancora nella vita dello scienziato Mendeleev si incappa -anche se con difficoltà- in un’altra notizia curiosa che evidenzia ancora di più la sua personalità. Fra il 1875 ed il 1876 Mendeleev prende parte a tre conferenze in cui illustra i risultati ottenuti dalla Commissione di San Pietroburgo in materia di Spiritismo. Un particolare che ci fa indubbiamente sobbalzare sulla sedia. Che cosa possono aver mai in comune la scienza e la magia? Per capire al meglio il motivo che ha spinto Mendeleev ad occuparsi di questo tema, bisogna considerare che in quell’epoca le sedute spiritiche ed i fenomeni annessi erano molto in voga in tutta Europa. Garanti dell’imparzialità dell’osservazione, venivano spesso chiamati scienziati o chimici come Mendeleev ed in particolare in Russia si formò questa Commissione di specialisti della scienza composta dal chimico Butlerov, il biologo Nicolaij Vagner e lo scrittore A.N. Aksakov. Mendeleev era molto amico di Butlerov e aveva ricevuto proprio da lui la richiesta di partecipare alle conferenze. Oltretutto era un’occasione che il chimico non poteva proprio lasciarsi sfuggire, a causa dell’accrescente interesse della popolazione verso il magico. Fu così che Mendeleev racchiuse in uno scritto i risultati della sua osservazione, dopo aver analizzato alcuni medium all’opera. E’ inutile dire che il risultato fu nettamente a favore della scienza, poiché la Commissione riuscì a dimostrare che tutti i medium più acclamati, sottoposti ad osservazione, avevano fatto uso di stratagemmi e trucchi di vario tipo.
Dmitrij Mendeelev ha avuto nella sua carriera anche delle onorificienze molto importanti in Russia. E’ stato infatti nominato Cavalierie di I e II classe dell’ordine di San Vladimiro. Solo successivamente è diventato anche Cavaliere dell’ordine imperiale di Sant’Alexander Nevsky. Nel tempo ha ricevuto anche l’onore di diventare Cavaliere di I e II classe dell’Orinde di Sant’Anna, dell’Aquila Bianca e di San Stanislao. Per lui è arrivata una gratificazione anche dall’estero, dalla Francia dove è diventato Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore. Davvero numerose situazioni che hanno dato grande risalto a una personaggio che ha rivoluzionato il mondo contemporaneo grazie alle sue scoperte.
Forse Dmitrij Mendeleev potrebbe incarnare la figura tipica di scienziato. Tra l’altro lui stesso non gradiva essere definito come chimico perché in quegli anni la parola era sinonimo di imbroglione. Del resto, Mendeleev si occupava davvero di tutto, dall’insegnamento al famoso poeta Aleksandr Blok su come scrivere in versi, all’invenzione della polvere da sparo che non emette fumo -per killer professionisti insomma-, valige in pelle, voli sulla mongolfiera. A tal proposito esiste un fatto assai curioso, ma tutta la vita dello scienziato ne è piena, legato alla progettazione del pallone aerostatico. Alla fine del 1800, Mendeleev progettò il pallone aerostatico “Ruskij” per osservare l’eclissi di sole a Klin. Il viaggio doveva prevedere anche la presenza del tenente Kovanko, ma quando furono a bordo, Mendeleev scoprì che il pallone non era in grado di muoversi. I racconti dell’epoca riferiscono che lo scienziato iniziò a togliere dal cesto ogni cosa fino a che l’ultima soluzione non fu far scendere Kovanko. Poco dopo, Mendeleev si librò in volo sul pallone, scomparendo fra le nuvole. In quegli stessi anni, Mendeleev stava applicando i suoi studi sulla PetrolChimica a Baku ed a Surahani, nel Caucaso, dove erano presenti i migliori pozzi di petrolio. E’ celebre la sua frase “Il petrolio è un dono della natura così raro e unico che bruciarlo come un combustibile semplice equivale a un peccato paragonabile a bruciare le banconote”. In questa direzione,Mendeleev sviluppò un sistema di rettificazione della nafta che migliorasse l’impiego del petrolio sia nelle industrie che nel settore automobilistico. E’ per questo considerato in Russia come “il papà del petrolio”. In realtà la teoria biogenica del petrolio, a cui si rifaceva il chimico, era del collega russo Lomonosov, ma fu Mendelev a confermare che materiali naturali come il metano ed il petrolio avessero origini organiche. Mendeleev analizzò la composizione dei giacimenti di petrolio e contribuì a costruire la prima raffineria in Russia. Se quindi oggi possiamo godere dell’esistenza di benzine ottimizzate in base agli oligoelementi lo dobbiamo a Mendeleev. Ma come avrebbe reagito il chimico se avesse saputo il prezzo attuale?
Il doodle di google di oggi è dedicato a uno degli uomini che ha rivoluzionato il mondo con le sue scoperte, Dmitrij Mendeleev. A lui è stato dedicato un bellissimo ritratto di Ilja Repin. Il pittore russo ha in carriera ritratto altri personaggi altrettanto importanti come Lev Tolstoj (due volte), Alexander Zhirkevich, Ivan Turgenev, Nikolaj Ivanovic, Leonid Nikolaevic Andreev, Bechterev, Yanitskaya e diversi altri. L’opera è datata 1885 e vede Mendeleev seduto su di una sedia intento a sfogliare un libro e con altri due grossi volumi sulla scrivania. Lo sguardo è perso nel vuoto e le spalle vestite di una tunica rossa e blu con in testa un copricapo tipico dei tempi. Il volto è molto disteso e coperto dalla lunga barba che va ad unirsi alla fluente chioma dei capelli. Il tratto è molto sfumato e ricalca quelli che sono gli stilemi dell’epoca in cui è stato dipinto. Davvero un’opera molto bella che si può osservare a Mosca nela ‘State Tretyakov Gallery’.
Dmitrij Mendeleev era sicuramente un uomo carismatico e molto attento alla natura. Soprattutto all’uso di questa da parte della scienza. Secondo il chimico, infatti, il compito della scienza era di scoprire l’esistenza di un ordine generale nella natura e le cause che facevano muovere l’ingranaggio. Specialmente dal 1887 in poi, Mendeleev fece di questo valore il proprio cavallo di battaglia, spaziando in varie branche dell’industria al solo fine di migliorarne la produzione. La sua idea di base era di partire dall’agricoltura, settore in cui la Russia era forte, e sviluppare il tutto per implementare sia l’industria che la tecnologia. Se Mendeleev fosse stato uno scienziato della nostra epoca, certamente si sarebbe occupato di ecosostenibilità ed impatto ambientale. La sua idea principale per ridare all’agricoltura il ruolo che le spettava, si basava sul perfezionamento di macchine ad uso industriale e concimi minerali artificiali. Al giorno d’oggi molto probabilmente avremmo visto Mendeleev in prima fila per battersi per i diritti degli ortaggi, oppure promotore di campagne contro i fertilizzanti non biologici. Ogni frase detta durante le sue lezioni erano dette con tale determinazione che gli studenti giravano con un decalogo del docente in cui riportavano i suoi aforismi. Fra questi troviamo la frase “Al giorno d’oggi potremmo vivere senza un Platone, ma è necessario un numero doppio di Newton per scoprire i segreti della natura e per riportare la vita in armonia con le sue leggi”. La figura di Mendeleev riscuoteva così tanto successo che lo zar lo portava sul palmo della mano. In anni in cui a nessuno era concesso di risposarsi, Mendeleev riuscì anche in questo intento, ottenendo il benestare della Chiesa Ortodossa per la separazione dalla prima moglie e sposando in seconde nozze A.I. Popova. Il tutto perché per lo zar Mendeleev era semplicemente “unico”.
Sul conto di Dmitrij Mendeleev, protagonista oggi della home page di Google e creatore della celebre e temuta tavola periodica degli elementi, negli anni si sono susseguite varie teorie e leggende. Tra queste anche la presunta attribuzione della realizzazione della vodka. Secondo una ricostruzione relativa alla sua vita, infatti, fu proprio il chimico siberiano a mettere a punto la ricetta del noto distillato in uso ancora oggi attribuendo a lui la paternità della bevanda alcolica. L’anno della sua attribuzione sarebbe il 1894, 27 anni dopo l’invenzione che lo ha reso più celebre nel resto d’Europa ed allo stesso tempo odiato (soprattutto dagli studenti). All’epoca, Dmitrij Mendeleev era da un anno a capo dell’Ufficio Pesi e Misure. Secondo la leggenda, proprio in questo suo ruolo Mendeleev mise a punto tutti i dettagli tecnici che portarono alla creazione della vodka, fissando la gradazione a 40°. La soglia alcolica, sempre secondo il mito, la si ritroverebbe già nella sua tesi di dottorato nella quale il chimico la ritenne la meno dannosa per l’uomo. L’intera leggenda relativa alla nascita della vodka ad opera di Dmitrij Mendeleev sarebbe però stata messa in dubbio dalla Pravda considerandola una mera trovata pubblicitaria. Mendeleev fu davvero il “padre” della vodka? Alcuni dubbi, in effetti, sono stati confermati dall’assenza di qualunque riferimento alla soglia dei 40° ed alla vodka in generale nella sua tesi così come dalla vera attribuzione di questo standard assegnato al governo russo molti anni prima, ovvero nel 1843.
Sebbene Dmitrij Mendeleev non fosse l’unico sperimentatore di una tavola di elementi, impegnato nella dimostrazione di una connessione logica tra di essi,Mendeleev fu senz’altro il primo a costruire una tavola e a pubblicarla. L’anno dopo, venne infatti pubblicata una tavola di elementi simile a quella di Mendeleev, la cui ricostruzione fu ad opera dello scienziato tedesco Julius Lothar Meyer. Nonostante avesse acquisito stima e prestigio nel mondo accademico, grazie alle sue innovative scoperte, Mendeleev non venne mai accettato alla prestigiosa accademia russa delle scienze di San Pietroburgo, per la quale aveva fatto richiesta. Le motivazioni del rigetto furono attribuite al suo matrimonio, avvenuto subito dopo un divorzio; azione che all’epoca fu considerata scandalosa, poiché il chimico si rifiutò di aspettare i 7 anni comandati che la legge ortodossa imponeva prima di nuove nozze. Secondo alcuni interpreti dell’epoca, tuttavia, le ragioni profonde di tale rigetto sarebbero da ricercarsi nell’antipatia dello zar nei suoi confronti, a causa delle sue idee politiche. Uomo di forte impronta liberale, Mendeleev era, infatti, profondamente antizarista e professava l’arrivo di una nuova rivoluzione che avrebbe cambiato il volto della Russia, cosa che in realtà avvenne qualche anno dopo la sua morte. La sua passione per la chimica, tuttavia, non si arrestò, nonostante questa delusione. Si dedicò a un lavoro all’ufficio di Pesi e Misure e quantificò i principi della produzione della vodka, teorizzandone dei canoni di produzione e fissandone la gradazione standard sui 40 gradi. Le direttrici proposte da Mendeleev vengono tutt’ora utilizzate nel campo della produzione della bevanda in Polonia, Russia e numerosi altri paesi dell’ex blocco sovietico. In occasione dell’anniversario dalla sua nascita viene oggi celebrato questo grande uomo anche da Google, che gli dedica un Doodle in cui si raffigura lui con la tavola in sfondo.
Quando a scuola si parlava di multidisciplinarietà: come stanno assieme Dmitrij Mendeleev e Primo Levi? Impossibile direte voi e invece no: nel 1975 fu pubblicata dal grande autore di Se questo è un uomo la raccolta di racconti dal titolo “Il sistema periodico”. Fu il suo quinto libro pubblicato, a 12 anni dalla sua morte: il malinconico e geniale autore rinchiudo nei Lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, volle dedicare un’opera completa alla gentile invenzione di Mendeleev, approfittando in questo modo per raccontare la sua storia scandita appunto dagli… elementi della tavola. Come? Ognuno dei 21 racconti raccolti porta il nome di un elemento della tavola di Mendeleev e, in qualche particolare o dettaglio, è legato a qualche momento della vita di Levi. Grandi temi come alcuni più semplici, dal lager all’università ma facendo fede all’opera del grande chimico russo: «La nobiltà dell’uomo, acquisita in cento secoli di prove ed errori, era consistita nel farsi signore della materia e io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi. E quindi il Sistema Periodico di Mendeleev era una poesia», afferma Primo Levi. Non poteva esserci dedica migliore nel giorno come questo in cui si ricorda il celebre chimico russo.
Oggi si festeggia in tutto il mondo Dmitrij Mendeleev, il grande inventore della tavola periodica degli elementi, con Google che come tutti sapete ormai gli ha dedicato il suo celebre doodle (se volete saperne di più guardate qui sotto). Ebbene alla storia è passato proprio per quella tavola, ma andiamo a scoprirla più da vicino: nasce da lontano, con gli antichi greci che avevano organizzato gli elementi del mondo in quattro gruppi che tutti prima o poi abbiamo studiato anche a scuola, se non tramite qualche film mitologico o di supereroi, acqua, fuoco, aria, terra. Di fatto rimase immutata fino al XVII secolo quanto Roberto Boyle spiegò a tutti che il mondo materiale era fatto di miscele, composti ed elementi particolari, e solo nel 1789 Antoine Lavoisier pubblica una lista di 33 elementi chimici. Poi arriva lui, il grande genio russo Mendeleev che con la sua tavola rese noti 63 elementi, dall’idrogeno all’uranio ma con un ordine, qui sta la genialità, distribuito in base al peso atomico. Ma oggi invece? Eh, siamo arrivati a 118 con le ultimissime e recenti scoperte che ne hanno aggiunti 4 di nuovi (caselle 113, 115, 117, 118). E tra qualche anno cosa potremmo scoprire?
A quei tempi, alla metà del 1800, la Russia poteva vantare sette regioni e sette grandi Università. Essendo nato a Tobolsk, Dmitrij Mendeleev avrebbe dovuto frequentare l’Università di Kazan, ma visto che la madre Maria aveva già intuito la forte intelligenza del figlio pr le scienze, lo iscrisse invece a San Pietroburgo dove si poteva trovare l’Università più importante e i principali centri di ricerca. Inoltre la famiglia era molto noti in città, per via della carriera del capofamiglia che fu dapprima insegnante di Ginnasio e più tardi Preside delo stesso Istituto. E’ sempre qui che, molti anni dopo, Mendeleev inizia ad insegnare all’Università come libero docente di Chimica e Chimica Organica. E’ qui che gli studenti rimasero così affascinati dalle sue lezioni da formare attorno alla figura dello scienziato un’aura di fama e successo, guadagni assicurati anche dalla proficua carriera di Mendeleev. Sono molte le città che ricordano con vari monumenti e busti Dimtrij Mendeleev e San Pietroburgo non è di sicuro l’ultima città in tutta la Russia che ne apprezza il ricordo. Per il centesimo anniversario della sua nascita, la città ha voluto porre una gigantesca statua nelle prossimità dell’Ufficio per i Pesi e le Misure, dove Mendeleev aveva lavorato nel ruolo di direttore e dove elaborò i nuovi standard sulla produzione di Vodka. Lo scienziato è rappresentato in una delle sue tipiche pose in cui gli studenti lo trovavano spesso. Anziano, Mendeleev viene raffigurato mentre riposa con un libro in grembo ed al di sotto della poltrona una miriade di altri testi. Sulla parete al fianco del monumento, un mosaico rappresenta il suo più grande contributo alla scienza, la tavola periodica degli elementi. Clicca qui per la foto del monumento.
Dmitrij Mendeleev, il chimico russo inventore della tavola periodica degli elementi, è uno degli studiosi russi che più hanno impressionato anche l’immaginario collettivo dell’occidente, e degli stati uniti in particolare. Dmitrij Mendeleev, a differenza dei suoi predecessori, fornì un sistema di classificazione che prevedeva le caratteristiche di elementi non ancora scoperti. La tavola periodica degli elementi ne contiene ora 118 ed è appesa nelle aule di scienze di tutto il mondo: è lo schema con il quale vengono ordinati gli elementi chimici sulla base del loro numero atomico Z e del numero di elettroni presenti nell’orbitale atomico più energetico. Per celebrare il genio di Dmitrij Mendeleev, nel 2011, un’artista statunitense ha deciso di rappresentare gli elementi chimici come personaggi animati da superpoteri. La tavola periodica degli elementi fu ideata nel 1869, contemporaneamente ed indipendentemente dal chimico tedesco Julius Lothar Meyer: inizialmente contava numerosi spazi vuoti, previsti per gli elementi che sarebbero stati scoperti in futuro, alcuni dei quali furono trovati nella seconda metà del Novecento. Sarà forse per il fatto che la tavola periodica degli elementi è stata un tormentone per gli studenti americani che hanno dovuto studiare a memoria l’opera di Dimitrij Mendeleev, ma pare che abbia lasciato il segno anche in tante produzioni artistiche. E 112 dei 118 elementi chimici, infatti, sono diventati dei supereroi: la designer Kaycie D. ha infatti pensato di rappresentare quasi tutti gli elementi chimici come se fossero creature animate in base alle loro caratteristiche principali. Per esempio “L’idrogeno è l’elemento più piccolo, leggero e abbondante che si trovi in natura”, “L’elio è un elemento non-reattivo e il più leggero dei gas nobili”, “Il litio in forma di metallo è così tenero che si può tagliare con un coltello”, Il carbonio in natura può presentarsi sotto forma di carbone, grafite oppure diamante”, “L’ossigeno nella sua forma pura si presenta sempre nella coppia O2”. Il progetto è intitolato Elements. Experiments in Character Design ed è stato presentato al Milwaukee Institute of Art & Design quattro anni fa. Kaycie D. è appassionata di film Disney degli anni ’90: nata e cresciuta in Minnesota, ora vive in California e lavora per l’industria dei giochi. Nel tempo libero lavora a vari progetti tra cui quello di una storia per i suoi personaggi ispirati agli elementi chimici della tavola di Dmitrij Mendeleev. (clicca qui per vedere gli elementi chimici-supereroi)
Tutto ci si poteva inventare, a proposito di creazioni, tranne che una canzone su Dmitrij Mendeleev. Eppure è successo. Charles Bothell, conosciuto come Astronautalis, ci ha pensato eccome e ha dedicato allo scienziato un intero brano. La musica dell’artista appartiene all’hip hop alternativo, molto in voga a Minneapolis, nel Minnesota, sua città natale. Anche le parole del testo sono molto originali e offrono il punto di vista del cantante sulle scienze. Troviamo infatti citato nel brano anche Thomas Jefferson, a sua volta scienziato oltre che architetto e terzo Presidente degli Stati Uniti d’America. “Ho sognato le mappe / datemi subito il carbone e la carta / noi inventiamo percorsi che loro non possono vedere /sono troppo spaventati per poter camminare / tra le mie mani sono rimaste 52 / vecchie carte da gioco / ed io ho intrappolato da qualche parte Dio fra / Trump ed il re di cuori / E’ stato detto “Siamo polvere di stelle, siamo oro” / siamo tutti uguali / il sangue dipinge la storia del nostro amore / in tutto il pavimento del bagno, vicino allo scarico”. Clicca qui per ascoltare la canzone su Dmitrij Mendeleev degli Astronautalis.
Nacque 182 anni fa Dmitrij Mendeleev, il chimico russo inventore della tavola periodica degli elementi. Google gli dedica oggi il Doodle per celebrare come questo visionario ci ha aiutato a capire l’ordine e il nostro mondo. Il Doodle raffigura l’illustrazione di Robinson Wood: l’artista ha immaginato Mendeleev nell’atto di mettere nero su bianco la logica della sua tavola, che secondo la leggenda gli fu rivelata in sogno. Intorno al 400 a.C., gli antichi greci avevano organizzato gli elementi del mondo in quattro gruppi: aria, acqua, terra e fuoco. Nel XVII secolo, il chimico irlandese Robert Boyle ha spiegato il mondo materiale in termini di elementi, miscele e composti. E nel 1869 Dmitrij Mendeleev diede un senso ai 56 elementi noti al momento, mostrando come erano correlati tra di loro in un modello distinto. Secondo la sua tavola periodica gli elementi si dividono in “periodi”, secondo la massa atomica e la valenza, la forza che determina il modo in cui si combinano. Mendeleev ha usato la logica della sua tavola per prevedere l’esistenza di elementi ancora da scoprire, come il gallio e germanio: alcune di queste previsioni erano sbagliate ma i suoi principi che stanno dietro la tavola periodica continuano ad essere alla base della chimica moderna.