ScuoIa: il bonus da 500 euro per i docenti si fa attendere, ma oltre ai ritardi fanno discutere vincoli e limitazioni. Il MIM lascia tutti in attesa
L’attivazione della Carta del docente quest’anno si fa attendere. Il bonus è stato istituito nel 2015 ed offre un budget di 500 euro ai docenti di ruolo da utilizzare per l’acquisizione di pc e tablet, software, libri o corsi di aggiornamento. È uno strumento utile e valido, in quanto consente di utilizzare il residuo della somma entro due anni.
Le polemiche dei sindacati, già all’indomani della sua introduzione, riguardavano l’esclusione dei docenti precari dall’attribuzione della Carta, oltre che l’uso improprio che talvolta veniva fatto, consistente nell’acquisto di beni non consentiti con la connivenza di venditori disonesti.
Generalmente verso la fine di settembre o a metà ottobre il servizio era già attivo, quest’anno invece ancora niente. Si vocifera che il budget potrebbe essere ridotto, ma quel che è certo è che finalmente sarà aperto anche ai docenti con contratto annuale.
Nei canali ufficiali, vale a dire sul sito del ministero o sulla piattaforma di accesso alla Carta, non vi sono notizie certe. Chi tenta l’accesso tramite SPID si trova di fronte la dicitura “il termine per la registrazione è scaduto” e non compaiono altri avvisi.
Il ministro Valditara ha affidato i chiarimenti alle pagine di Affari italiani, dove ha sciolto la riserva sulla data di attivazione che sarà a febbraio. Il ritardo pare sia da attribuire al riconoscimento del bonus tramite sentenza a chi aveva avanzato ricorso in quanto escluso, il cui numero non è precisato.
Salienti novità riguardano l’utilizzo dell’importo: sarà a disposizione anche per i trasporti, ma viene introdotta una limitazione nell’acquisto di strumenti informatici: sarà possibile comprarne uno ogni quattro anni.
La polemica impazza soprattutto perché l’acquisto di libri o di corsi di aggiornamento a pagamento, così come di biglietti per spettacoli o ancora di tablet o pc, nel frattempo deve avvenire di tasca propria ed è una perdita importante per chi ha sempre potuto far affidamento su questa erogazione.
Tutti i sindacati di categoria lamentano la grave incongruenza del ministero, che da un lato intende favorire l’innovazione e l’aggiornamento, ma al tempo stesso impone vincoli e tagli ad un importante riconoscimento concreto del lavoro docente. I più fiduciosi hanno stilato una lista attenta di quanto poter ottenere. Non ci resta che attendere. Chissà che una conclusione positiva dell’annuale travaglio della legge di bilancio non consenta di agevolare l’erogazione, anticipandola.
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