Occorre una marcia in più per la promozione culturale in senso pieno, per un effettivo e consapevole risveglio delle coscienze civili.
Non bastano le esperienze, per quanto positive, vissute in solitudine dalle scuole, dagli atenei o dalle associazioni educative, scientifiche, culturali o di altro profilo. Non possono più bastare buone prassi che restino chiuse nella propria autoreferenzialità, seminari seppur illuminanti o circoscritte collaborazioni da parte di associazioni di qualsivoglia profilo.
Sarebbe opportuno, ma soprattutto auspicabile, che nell’immediato futuro percorsi strutturati prendessero sempre più piede e divenissero modus agendi, il più possibile stabile, per promuovere opportunità integrate che siano espressione delle peculiarità dei territori, dei bisogni effettivi di comunità, e chiaramente risposta alle esigenze e alle problematiche dei contesti.
Costituisce un’evidenza che partecipazione e senso di appartenenza alla comunità territoriale siano tra loro strettamente collegate: si partecipa perché si avverte un senso di appartenenza, ma partecipare promuove a sua volta la coscienza di un senso di appartenenza. In sostanza, il contesto territoriale va coinvolto nel processo di rigenerazione sociale, civile, a livello del singolo e in maniera condivisa perché rappresenti valore aggiunto nella formazione di ciascuno spendibile in ogni dove.
L’ obiettivo è ambizioso ma non impossibile. Se le istituzioni autonome e pubbliche amministrazioni, quali le scuole, se gli enti pubblici, quali gli atenei, se le libere e regolamentate costituzioni di associazioni mettono insieme le proprie forze, decisamente si possono creare opportunità migliori e accattivanti per le ragazze e i ragazzi di oggi.
Individuata una finalità progettuale verso cui indirizzare i propri sforzi, basta fare rete, fare alleanza. Ovviamente dietro questi intenti, e poi interventi di cooperazione, c’è un impegno considerevole, un vero e proprio lavoro di coordinamento di sistema per tenere insieme in modo armonico e in sapiente equilibrio progetti e passioni.
Sì perché di passione parliamo, passione per la formazione di tutti e di ciascuno, quindi passione civile. Un impegno grosso affinché la cultura nel suo imprescindibile legame con l’istruzione e con la formazione, promuova crescita ed emancipazione sociale con l’ implicazione di dar vita ad alternative a ogni forma di disagio.
Le associazioni culturali, di terzo settore, scientifiche o professionali, mettono a disposizione di un vasto pubblico potenziale utente conoscenze e competenze acquisite nel corso delle proprie attività professionali e nell’ambito delle proprie esperienze Le scuole, dal canto loro, possono confermare condizioni di autorevolezza o sano protagonismo grazie a presenze attive e competenti nell’ambito dei processi attivati, perché nessuna scuola è morta se può avvalersi di persone motivate e valide. Gli atenei rappresentano quella parte del percorso di formazione che raccorda e sancisce: esperienza poetica e illuminante è l’approccio di autorevoli professori universitari che si rivolgono anche a ragazzi di seconda e terza secondaria di primo grado. Attività ponte tra scuole di grado diverso con le mani tese alle scelte universitarie sostengono e consolidano momenti cardine della formazione dei giovani, dagli step dell’Invalsi all’orientamento per la scuola secondaria di secondo grado, dall’esame di Stato ai percorsi per la vita.
Lo sappiamo tutti, investire sui giovani significa investire sul futuro, non troppo lontano poi, di una società che vorremmo poter definire civile in virtù di un’evoluzione sostanziale. Guardiamo in particolare alla base della economia civile, al principio di reciprocità.
È ora di mettersi in marcia!