Nulla cambia nel campionato italiano. La Lazio gioca in velocità, l’Atalanta ha il miglior gioco, Conte ha dato grinta all’Inter, lo scudetto lo vince la Juve. Lazio e Gobbi fanno corsa a sé. I romani un po’ arrancando, i torinesi con facilità, fanno campionato a sé. La Juve è fisicamente troppo forte per tutte, possono resisterle un tempo poi finisce, come sempre, con la vittoria dei bianconeri. Sono la squadra più completa.
I biancocelesti hanno un buon centrocampo ed un attacco fortissimo, ballano però, un po’ troppo in difesa. Vanno spesso in svantaggio e poi ricuperano. Quando partono lanciati, vedi contro l’Atalanta, non tengono il risultato. Dybala e Milinkovic Savic, in questo periodo, sono i migliori del campionato. A San Siro l’Inter, dopo aver rischiato di subire una rete dal Brescia nei primi minuti, ha cominciato a macinare gioco, in particolare con Moses, e, per le rondinelle è scesa la notte. La Beneamata schierata secondo logica, contro la squadra più debole del bigoncio di serie A, non ha rischiato alcunché. Con Borja Valero a far da regista, dopo venti minuti si è trovata in doppio vantaggio e la presenza di Sanchez ha permesso un gioco veloce e piacevole con azioni sempre pericolose. Dominio interista con i giocatori che, quando lo ritenevano opportuno, segnavano: 6-0.
È iniziato il periodo della compravendita La Juve ha scambiato Pjanic con Arthur, un prospetto barcellonese, e i bauscia si sono portati a casa Hakimi che ogni volta che li incontrava procurava loro dolori. La Spal ha dovuto giocare in 10 più di metà partita, sopportare un recupero infinito (sei minuti) per portare i casciavit, Ibra compreso, nelle condizioni di pareggiare. Ma i rossoneri, in serata svogliata oltre il solito, non volevano proprio segnare. Allora ci ha pensato Vicari, difensore spallino, ha piazzato un gol nella sua porta e così via, tutti a dormire. Malissimo la Fiorentina, tre pere dal Sassuolo a Firenze. Se prosegue così rischia. La giornata di campionato, tre giorni, non è ancora finita, questo campionato fa proprio disamorare.