C’è una nuova folle sfida online fra ragazzi e precisamente la “sex roulette”, la roulette del sesso. Come riportato da numerosi media, a cominciare da Leggo, ha come protagonista delle ragazze molto giovani che devono avere rapporti sessuali con partner diversi e senza protezioni e contraccettivi. La challenge consiste nel non rimanere incinta durante questi rapporti, visto che chi si scopre in dolce attesa perde. La vicenda, come scrive Today, si conclude spesso in maniera drammatica, con un aborto, e su una serie di episodi sta indagando la Procura di Brescia, dipartimento Soggetti deboli, che ha competenza sui territori di Bergamo, Cremona e Mantova.
Di questa nuova sfida denominata sex roulette, se ne è parlato la scorsa settimana in quel di San Felice del Benaco, nell’incontro organizzato dal Comune sul tema “Cyberbullismo e pericoli del web”, e si tratta solamente di una delle ultime challenge a cui i ragazzi hanno preso parte in questi anni, sfide che a volte sono pericolosissime come la famosa Blue Whale, che consiste in 50 sfide in 50 giorni diversi fino all’esito della morte, ma anche la gara a chi si sdraia in strada fra le auto, o a chi attraversa i binari del treno più vicino al convoglio, senza dimenticarsi della Boiled Water Challenge, e della Skull Breaker.
SEX ROULETTE, CHALLENGE DEL SESSO: IL COMMENTO DEL SINDACO DI SAN FELICE DEL BENACO
Come detto sopra, se ne è parlato di questo durante il recente incontro di San Felice del Benaco dove il sindaco, Simone Zuin, ha fatto sapere: “Il sostituto procuratore Alessio Bernardi, coadiuvato dal tecnico informato Cesare Marini di fronte a un pubblico attento per oltre due ore e mezza hanno illustrato i pericoli che stanno dietro a uno strumento meraviglioso com’è il web. Una serata a tratti dura per i contenuti, ma che ha permesso ai presenti di comprendere meglio cosa significa la non gestione delle nuove tecnologie quando sono in mano ai nostri figli, e anche a noi stessi. Un evento da ripetere sicuramente, anche con la presenza dei più giovani per dare ancora nuovi strumenti di difesa e per permetterci di cogliere i segnali di disagio che i nostri figli potrebbero mandarci”.