C’è differenza – ed è tanta – tra la pietà e il buonismo e il cristianesimo in questo ha da insegnare 2 millenni di storia ed educazione: ebbene, ha fatto rumore eccome quella Pietà con “Gesù Nero” postata dall’Accademia Pontificia per la Vita in segno di protesta contro i soprusi razzisti in tutto il mondo. Oggi sul Giornale Vittorio Sgarbi prova a tracciare un ideale percorso che dalle morti tragiche di Willy Monteiro (caso Colleferro) e Don Roberto Malgesini (prete ucciso ieri a Como) arriva fino alla scelta molto provocatoria della Accademia Pontificia guidata da Monsignor Vincenzo Paglia. L’assassinio del sacerdote da parte di un tunisino irregolare e con diversi ordini di espulsioni nel corso dei suoi 20 anni in Italia «è una violenza inutile, determinata da qualcosa che, a parti rovesciate, si giudicherebbe espressione della cultura di destra» (con netto riferimento al dramma di Colleferro del povero Willy). Ecco, per Sgarbi il caso di Como riflette bene il fatto che la pericolosità dei terroristi islamici è ben più grave di quella, pur presente, dei neofascisti italiani: ma nel caso di Como non vale questo assunto, riflette il critico d’arte, «le ragioni dell’omicidio di Don Roberto non sono né ideologiche né religiose […] sono violenza e basta e certamente non sono violenza di un nero contro un bianco amico».
LA PIETÀ E IL BUONISMO
Ed è qui che allora Vittorio Sgarbi trae il passaggio consequenziale sulla provocazione della Pietà di Michelangelo: «perché dovrebbe essere vero il contrario – (ovvero la violenza di un bianco su un nero sempre a prescindere, ndr) – se l’istinto dell’uomo può manifestarsi al di là del colore della pelle?». Il concetto è semplice: non sempre si deve parlare di violenza razzista-fascista, ma quando avviene contro una persona di colore, allora quel riconoscimento logico e sensato non viene più accettato da media e mainstream. «È pura propaganda quella della trasformazione della Pietà di Michelangelo con un Cristo nero, mai così inopportuna oggi che il martire è un prete», scrive ancora Sgarbi sul Giornale. L’Accademia Pontificia rischia di assecondare in tutto il movimento Black Lives Matter e questo, secondo il sindaco di Sutri, è tanto sbagliato quanto improduttivo: «quell’immagine incita più all’odio che all’amore. Il martirio del povero prete ucciso a Como non può essere usato da un cristiano contro il nero che lo ha ucciso», ma è proprio per questo che appare strumentale anche il percorso inverso, «privilegiando l’odo razziale rispetto all’amore cristiano». La chiosa è provocatoria, con Sgarbi che sottolinea «la Pietà di Michelangelo non vuole parlarci di vittime e carnefici, di odio fra neri e bianchi, ma di amore fra gli uomini».