Novità sul caso Shalabayeva, che dieci mesi fa aveva occupato le pagine di cronaca dei quotidiani e dei notiziari (in quel periodo furono pronunciate le condanne per sequestro di persona, ndr), con il M5S che, proprio in queste ore, ha ricevuto la risposta scritta del Governo a un’interrogazione sul tema. Urge ricapitolare: la vicenda di cui parliamo deve proprio il nome ad Alma Shalabayeva, consorte del dissidente kazako Muhtar Ablyazov, che a fine maggio 2013 venne trasferita presso un centro di identificazione ed espulsione per immediati irregolari insieme alla figlia Alua (6 anni).
Adesso, in attesa della data del processo d’appello, i parlamentari grillini commentano così ai microfoni de “Il Corriere della Sera” la risposta ricevuta dall’esecutivo: “Crescono i dubbi sulla condanna di Renato Cortese, Maurizio Improta e degli uomini coinvolti nel caso Shalabayeva, moglie del presunto dissidente; non un rifugiato politico, ma un criminale ricercato per gravi reati finanziari”. Nell’ottobre 2020 – ricordiamo – l’ex questore di Palermo, Renato Cortese, e l’ex questore di Rimini, Maurizio Improta, furono condannati a cinque anni di carcere insieme ad altri funzionari della Questura capitolina e al giudice di pace (due anni e mezzo) che diede il benestare all’espulsione di Ablyazov, poiché, secondo i giudici, era pacifico che il kazako fosse un rifugiato da proteggere.
SHALABAYEVA, I DEPUTATI M5S: “ABLYAZOV NON È MAI STATO UN RIFUGIATO POLITICO”
“Il Corriere della Sera” puntualizza che, invece, la polizia andò a casa sua per catturarlo e, non trovandolo, fermò la moglie, avviando le procedure di espulsione (era in possesso di un passaporto della Repubblica centrafricana con un altro nome). Il ministero dell’Interno ha chiarito agli esponenti del M5S che “Ablyazov non fu mai rifugiato politico, ma era ricercato per crimini commessi in diversi Paesi”.
Una risposta che, asseriscono i deputati D’Uva e Licatini, “rende ancora più grottesca la sentenza nei confronti di Cortese, Improta e altri eccellenti servitori dello Stato per l’espulsione della Shalabayeva, ritrovata dalle autorità in possesso di passaporto con evidenti segni di contraffazione. Ci auguriamo, unitamente ai colleghi del Movimento Cinque Stelle, che i dati che dimostrano i trascorsi e gli intenti criminali di Ablyazov contribuiscano anche a riabilitare tutti coloro che hanno dovuto subire un’ingiusta condanna per i compiti svolti con decoro nell’esercizio delle proprie funzioni”.