Non è la prima volta che negli Usa scatta lo shutdown, ma la situazione sembra essere diversa dal passato
Circa 750.000 dipendenti federali americani si trovano in “congedo” dopo che è scattato lo shutdown. Molti di loro potrebbero perdere del tutto il posto del lavoro, come ha spiegato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt parlando di licenziamenti imminenti. Ed è questo elemento che, come ci spiega Nicola Rossi, potrebbe rendere questo “blocco delle attività governative non essenziali” diverso da quelli del passato.
«Gli atteggiamenti dell’Amministrazione americana fanno in effetti pensare che questo shutdown possa rappresentare un pretesto per liberarsi di un po’ di impiegati pubblici», aggiunge il già Professore ordinario di Economia all’Università di Roma Tor Vergata.
Tagli che immaginava di effettuare Elon Musk alla guida del Doge.
Non so se possano essere esattamente gli stessi. Non è da escludere, ma intanto occorrerà vedere come evolverà la vicenda.
Al di là di questo shutdown, l’Amministrazione Trump deve affrontare il problema di un debito pubblico cresciuto a dismisura negli ultimi anni…
e che continuerà a crescere a dismisura. Le proiezioni in tal senso non lasciano dubbi.
Come potrà rifinanziarlo considerando che finora i principali acquirenti dei titoli di stato americani sono quei Paesi, tra cui la Cina, che la Casa Bianca non sta esattamente trattando coi guanti?
Ho la netta sensazione che Trump si sia illuso di poter ottenere un congruo volume di entrate dai dazi e che gli introiti effettivamente incassati saranno significativamente inferiori. Mi sembra evidente che molte scelte dell’Amministrazione sono dettate dalla necessità di ridurre quanto più possibile le spese per il rifinanziamento sul debito e che se non funzioneranno c’è il rischio che la finanza pubblica americana vada fuori controllo.
Tra queste scelte rientra anche la pressione sulla Fed per ridurre i tassi?

Purtroppo si tratta di vicende collegate. E la pressione sulla Fed è il caso forse più preoccupante, perché non so quale potrà essere la reazione dei mercati nel momento in cui si andrà a minare in profondità l’indipendenza della Banca centrale americana.
Se dovesse fare una previsione, come pensa che si concluderà la vicenda dello shutdown?
Guardando alle esperienze pregresse tenderei a rispondere che si concluderà con un qualche tipo di accordo fra Democratici e Repubblicani. Tuttavia, abbiamo a che fare con un’Amministrazione diversa dalle precedenti e quindi non è facile ritenere che le cose si ripetano esattamente come in passato.
Ci saranno ripercussioni fuori dagli Stati Uniti?
Non sappiamo né come, né quando si concluderà questa vicenda. Se una soluzione non dovesse essere trovata in tempi brevi potrebbero esserci ripercussioni sull’economia americana che potrebbero a loro volta avere effetti oltre i confini degli Stati Uniti.
A proposito di economia americana, il Pil del secondo trimestre è cresciuto più delle attese (+3,8%). Significa che le politiche dell’Amministrazione Trump stanno funzionando?
Pensare di poter dare un giudizio sulla strategia dell’Amministrazione americana sulla base di un dato trimestrale superiore alla attese mi sembra francamente piuttosto risibile. Solo quando le tendenze si saranno assestate si potrà fare un ragionevole commento.
(Lorenzo Torrisi)
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