Stasera, sabato 18 gennaio, su Raitre va in onda Siccità, il film di Paolo Virzì. Molti spettatori hanno visto e rivisto la pellicola con protagonista Silvio Orlando, per comprenderne il significato e capire come finisce. Ebbene nel corso di Siccità sono davvero tante le storie che si intrecciano e arrivano poi a convergere e a scontrarsi inevitabilmente, evidenziando le tante contraddizioni dei suoi personaggi e della città di Roma che fa da sfondo al film.
Un esempio è quando il professore Del Vecchio, intento a divulgare le cause della siccità a Roma, si fa “abbindolare” e attrarre dal lusso: una tentazione che lo vede poi abbandonarsi in una splendida vasca idromassaggio, in barba a tutti quei problemi che vorrebbe combattere e contrastare. Sfumature che rendono estremamente affascinanti i personaggi del film e che ci consegnano un finale sorprendente.
Siccità, come finisce il film di Paolo Virzì: un nuovo inizio per Roma e i suoi protagonisti
Già nel comportamento del professore evince quel senso di indifferenze nei confronti della sua città e dei concittadini. Allo stesso modo, Antonio, altro personaggio protagonista del film arriva a capire che l’evasione dal carcere, in fondo non lo porterà da nessuna parte. E qui un epilogo spiazzante, con il ritorno volontario in prigione, che rappresenta il suo porto sicuro, al contrario di quella Roma così incerta e contraddittoria.
E nel finale arriva dunque un temporale a cancellare la siccità, segnando l’inizia di una nuova era per la capitale. Metaforicamente il temporale porta via con sé i problemi della città e dei suoi protagonisti. Roma, così, si prepara a vivere di nuovo dopo anni caratterizzati dalla mancanza d’acqua. Una Roma in ginocchio, afflitta dalla sporcizia e da una misteriosa ‘malattia del sonno’, è pronta a riprendersi il suo splendore.