Guido Silvestri torna a incalzare le autorità sanitarie italiane sugli anticorpi monoclonali, accusandole di aver di fatto «ritardato l’introduzione di questi farmaci» a scopo sperimentale. Un concetto che ha ribadito nei giorni scorsi sui social, spiegando che bamlanivimab poteva essere disponibile ad ottobre, mentre etesevimab a inizio 2021. «Quelli che hanno ritardato la sperimentazione degli anticorpi monoclonali anti-Covid in Italia devono spiegare al Paese perché lo hanno fatto, dicendo la verità fino in fondo, senza scuse o giochi di parole, ed evitando di prendere posizioni scientificamente inspiegabili», ha dichiarato all’AdnKronos Salute il virologo e docente alla Emory University di Atlanta. Un vero e proprio sfogo quello di Silvestri, secondo cui si poteva fare del bene all’Italia.
Dan Skovronsky, Chief Scientific Officer di Eli Lilly, l’azienda dei due anticorpi monoclonali, era pronto ad offrire gratuitamente decine di migliaia di dosi per uno studio clinico. E questo per Silvestri vuol dire anche che «si potevano salvare delle vite umane». Ciò non è stato fatto «per motivi che, tre mesi dopo, rimangono assolutamente oscuri».
“ANTICORPI MONOCLONALI? QUALCUNO PESANTI RESPONSABILITÀ”
Per Guido Silvestri la questione non può essere ridotta a lentezze burocratiche. Il virologo ha citato i «sospetti di conflitti di interesse» che ha evidenziato il Fatto Quotidiano in un’inchiesta giornalistica. Ed è proprio questo che il virologo non riesce ad accettare. «Proprio adesso che la scienza ci ha dato le armi per vincere questa battaglia, anticorpi e vaccini in primis, sembra che si faccia fatica a usarle in tutta la loro potenza», ha dichiarato all’AdnKronos. Il docente della Emory University di Atlanta non è l’unico a prendere una posizione di questo tipo. Dalle dichiarazioni di Luca Pani, ex direttore generale di Aifa, e Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, è emerso che Aifa poteva autorizzare la sperimentazione degli anticorpi monoclonali senza aspettare l’autorizzazione dell’Ema. Via libera che peraltro potrebbe arrivare a maggio-giugno di quest’anno. In passato, invece, questa autorizzazione veniva data in 48 ore, «come per esempio nel 2015 per farmaci sperimentali contro Ebola, in una situazione infinitamente meno grave di Covid».
I ritardi nella vaccinazione anti Covid, tra l’altro, rendono per Guido Silvestri «ancora più pesanti le responsabilità di chi ha ritardato» l’uso sperimentale degli anticorpi monoclonali. Dagli studi clinici controllati è emerso che questi farmaci nella fase iniziale di Covid riducono di circa il 70% il rischio di finire in ospedale e di morte, soprattutto nei soggetti a rischio. Peraltro, si tratta di farmaci che non hanno alcun effetto collaterale, quindi non sarebbe stato neppure rischioso anche in caso di inefficacia.