Silvia De Giorgi e le violenze dell’ex marito: “lasciata sola”
Silvia De Giorgi, interior designer padovana 44enne, ha rischiato di essere una delle tante vittime di femminicidio. La donna è stata brutalmente picchiata e minacciata dall’ex marito. Tra il 2015 ed il 2019 ha presentato ben sette denunce ma non sono servite a nulla: “Sono sempre stata sola. Abbandonata dalla magistratura e dalle forze dell’ordine”, ha raccontato Silvia in una intervista a La Stampa. Non trovando giustizia in Italia, non si è arresa, ma anzi si è rivolta alla Cedu, la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che nei giorni scorsi ha emesso una sentenza storica condannando il nostro Paese a risarcirla con 10mila euro per il “trattamento inumano e degradante subito”. Una sentenza che, spiega Silvia oggi, potrà forse aiutare anche altre donne.
Al quotidiano La Stampa, Silvia De Giorgi ha raccontato l’incubo vissuto a causa dell’ex marito violento, non solo nei suoi confronti ma anche con i loro tre figli, all’epoca dei fatti minorenni. “Mi ha reso nullatenente, con tre bambini da mantenere. È andato avanti anni, finché non sono riuscita ad allontanarlo, fino a quando ho deciso di denunciare”, ha raccontato. Ma anche allora le violenze non sono terminate ed alla fine è stata la donna a decidere di andare via di casa con i suoi figli.
Silvia De Giorgi, così ha trovato giustizia all’estero
L’ex marito era arrivato a promettere a Silvia De Giorgi che l’avrebbe uccisa. Nonostante le denunce, ha raccontato, nulla sarebbe cambiato: “È stato denunciato d’ufficio, dalle forze dell’ordine, dai servizi sociali. Io stessa l’ho denunciato sette volte in sede penale, non so quante in sede civile. Ma i magistrati hanno sempre tenuto nel cassetto le pratiche, probabilmente perché il mio ex marito è nipote di un personaggio politico di un certo peso”, ha svelato. E’ arrivata persino ad avvicinare disperata i magistrati chiedendo loro aiuto. La prima sentenza arriverà tra poco meno di un mese, il 14 luglio, sette anni dopo la prima denuncia.
Alla luce della sua stessa situazione, Silvia ha compreso cosa frenerebbe una donna dal denunciare le violenze: “Non soltanto il timore della morte, ma quello di non farcela”. Anche il suo avvocato era arrivato al punto di non sapere più come aiutarla, consigliandole l’ultima strada percorribile, quella di Strasburgo: “Ha istruito la pratica. Contro ogni aspettativa, nel 2019 è stata accettata e ora è arrivata la sentenza che condanna la Repubblica italiana. Ho dovuto trovare giustizia fuori dal mio Paese”. Nessuna condanna, invece, per il padre dei suoi figli per i quali ha un affido super esclusivo rafforzato. Adesso, dopo la sentenza di Strasburgo, ha commentato: “Spero serva a smuovere le istituzioni. Che si decidano ad aiutare veramente le donne vittime di violenza”.