Sinner Alcaraz: il pubblico del Roland Garros 2025 ha realmente "influenzato" la finale tra il numero 1 Atp e lo spagnolo? Una riflessione in merito.
SINNER ALCARAZ: IL PUBBLICO DEL ROLAND GARROS 2025 NEL MIRINO
Di Sinner Alcaraz, la finale del Roland Garros più lunga nella storia degli Open di Francia, si è detto e scritto di tutto, ancora lo si farà ed è giusto così. Il tennis, grazie alle straordinarie imprese di Jannik Sinner, è diventato nel nostro Paese uno sport quasi nazionalpopolare: come tale, entra anche e soprattutto nelle conversazioni quotidiane con tanti aspetti interessanti, che meritano approfondimenti, e altri che invece possono essere… rivedibili, per dirla così. Un esempio? Già nel corso del match non erano pochi (ma fortunatamente, va detto e riconosciuto, pur sempre una minoranza) i sostenitori di Jannik Sinner che hanno lamentato un trattamento ostile nei confronti del numero 1 Atp, da parte del pubblico del campo centrale al Roland Garros 2025.
“Hanno smaccatamente fatto il tifo per Alcaraz” la tesi sostenuta, e qualcuno si è anche spinto a dire che il discorso finale di Sinner sia stato pesantemente fischiato (sgombriamo subito il campo: a chi scrive non è francamente sembrato che ci sia materiale tale da aprire un caso, Sinner ha parlato ed è stato regolarmente applaudito, se poi qualche facinoroso ha espresso dissenso è cosa diversa). Giusto per rendere surreale la polemica, è stato tirato in mezzo anche Spike Lee: il noto regista, presenza fissa al Madison Square Garden per le partite dei New York Knicks, è stato più volte avvistato sugli spalti di Parigi (in particolare nei match di Coco Gauff) e c’era anche per la finale Sinner Alcaraz.
La sua colpa? Aver fatto il tifo per lo spagnolo: tra i commenti (purtroppo, e purtroppo anche da parte di personaggi pubblicamente noti) c’è chi ha giurato che non vedrà mai più un suo film, nella più classica delle campagne diffamatorie basate sul nulla. Perché di questo stiamo parlando: se il problema è che un vip straniero faccia il tifo per l’altro – cioè non Sinner – fino a boicottarne il lavoro, allora chiudiamo baracca e burattini perché ogni singolo ragionamento non vale la pena di essere trattato.
SINNER ALCARAZ, IL PUBBLICO FRANCESE E I PRECEDENTI
Se invece il tema è che il pubblico del Roland Garros si sia schierato a favore di Carlos Alcaraz, e contro Jannik Sinner, allora il materiale di discussione esiste. Innanzitutto: sempre in maniera soggettiva, il centrale del Roland Garros 2025 ha sì parteggiato per lo spagnolo ma senza mai dare l’impressione di andare fuori dagli schemi, come si confà a una finale così tirata ed emozionante tra due grandi campioni. Ci sono degli esempi anche recenti di cui si può discutere: stando agli italiani, Roberta Vinci aveva avuto un moto di stizza (“applaudite anche me!” con mano all’orecchio) nel corso della semifinale agli Us Open contro Serena Williams, e in quel caso Flushing Meadows naturalmente parteggiava per la beniamina di casa, anche straordinaria campionessa e una delle tenniste più forti della storia.
Lo stesso pubblico che Aryna Sabalenka lo scorso settembre ha provato a portare dalla sua parte, promettendo un drink gratis per tutti, in vista della semifinale contro Emma Navarro; sempre l’anno scorso poi divenne famoso lo sfogo di Novak Djokovic, che dopo la vittoria su Holger Rune a Wimbledon accusò i londinesi di averlo fischiato (i classici “booo”), tanto da scimmiottare gli spettatori a fine intervista. Ecco: noi, ieri, di fischi non ne abbiamo sentiti ma il problema se vogliamo è più ampio.
Verrebbe da dire: Paese che vai, usanza che trovi. O pubblico, in questo caso: ad esempio quello già citato dagli Us Open è sempre stato conosciuto per essere particolarmente rumoroso, anche oltre i limiti del consentito.
Se ne lamentavano già alcuni campioni degli anni Settanta e Ottanta, Ilie Nastase ad esempio nei suoi coloriti show durante i match non si era risparmiato nei confronti dei newyorchesi. Ai giorni nostri invece si è aperto il caso dei sudamericani, che viaggiano di torneo in torneo per sostenere i loro beniamini e lo fanno in maniera che potremmo definire sopra le righe. O ancora, giusto perché si sta parlando di lui: quando Jannik Sinner ha fatto il suo ritorno dopo tre mesi di sospensione, il Foro Italico agli Internazionali d’Italia sembrava uno stadio in una finale scudetto con la squadra interessata a giocare in casa. In quel caso però si era parlato di spettacolo, e non si era sollevato il problema di un possibile tifo ostile; tra le altre cose, quando un italiano gioca a Roma l’atmosfera è sempre quella, ed è giusto così.
SINNER ALCARAZ: GODIAMOCI IL TENNIS
Del resto, e senza la pretesa di dire che sia così solo da noi – possibile che non lo sia – siamo in un contesto nel quale ogni singola telecronaca di una partita di calcio viene sviscerata per trovare commenti faziosi, in cui ospiti o conduttori di podcast, trasmissioni live e quant’altre si dicono “indignati” per toni troppo di parte, in cui l’esultanza per un gol che qualifica una squadra italiana in finale di Champions League al termine di una partita pazza viene visto come scandaloso, con tanto di richiesta (e come no?) di dimissioni immediate. Davvero ci sorprendiamo se si accusa la Francia di essere contro Sinner, conoscendo molto bene la rivalità che esiste tra i due popoli?
Risposta: no, non ci sorprendiamo, ma bisogna inserire le cose nel giusto contesto. È molto meglio dire di aver assistito a una partita storica e bellissima, ed essere orgogliosi di avere un campionissimo come Jannik Sinner che sta facendo cose che pochissimi sportivi di casa nostra hanno fatto, certamente non nel tennis: ce lo godiamo, stavolta ha perso ma la prossima volta magari vincerà, i complimenti a Carlos Alcaraz sono assolutamente doverosi perché non tutti vincono una finale con punteggio 0-2, break contro nel terzo set e dovendo annullare tre match point consecutivi. Contro il numero 1 Atp. Con buona pace di chi non guarderà più un film di Spike Lee: lui probabilmente una ragione se l’è già fatta.
