Scontro televisivo duro, ma rispettoso, tra Armando Siri (Lega) e Carlo Cottarelli (Pd). È andato in scena in occasione della puntata di “In Onda” di mercoledì 24 agosto 2022, sul “ring” televisivo di La 7, dove i due esponenti politici si sono affrontati su alcune tematiche profondamente attuali, quali la flat tax e il PNRR. Il rappresentante del partito del Carroccio ha asserito che “la flat tax è già una cosa attuale che riguarda 2 milioni di partite Iva, che, grazie a quanto fatto nel 2018, hanno una aliquota unica al 15%. Ora vogliamo estendere il modello a famiglie, dipendenti e pensionati, con una fase 2”.
Siri ha aggiunto di aver trascorso gli ultimi due anni “a confrontarmi con persone che sostenessero che il nostro disegno di legge non rispettasse la progressività dell’imposta. Era come rispondere a persone che sostenessero che Cottarelli avesse i capelli biondi, ricci e lunghi…. Poi è arrivato Boeri a dire che la proposta della Lega era costituzionale e siamo passati ad altri argomenti”. Cottarelli, sorridendo, ha replicato a Siri: “Ho sempre sostenuto che la flat tax non fosse incostituzionale. Se guardiamo più in là, vediamo che il grosso dei vantaggi arriva a chi ha un reddito alto. L’85% del vantaggio della flat tax va al 30% dei contribuenti…”.
SIRI VS COTTARELLI SUL PNRR: “PUÒ ESSERE RINEGOZIATO”; “NO, NON PUÒ”
Successivamente Siri e Cottarelli si sono interfacciati sull’argomento PNRR, con l’esponente leghista che ha affermato: “Nel periodo pre-pandemia si parlava di patti politici, quelli che riguardano il PNRR, il patto di stabilità e crescita. Abbiamo visto che non sono le tavole di Mosè, ma protocolli politici che, in casi di contingenza, possono esser rinegoziati. Così come è accaduto con il patto di stabilità, anche il PNRR in un contesto nuovo come quello della guerra in Ucraina ha delle implicazioni e può essere attualizzato”.
Non si è detto d’accordo con Siri Carlo Cottarelli, il quale ha tenuto a precisare quanto segue: “Il confronto con le regole del patto di stabilità è inappropriato, perché le regole stesse di quest’ultimo, in caso di recessione forte, ne prevedono la sospensione. Nel PNRR andrebbe trovata un’unanimità di consensi per poter cambiare il regolamento”.