Siria, lo Stato Islamico si riarma e arruola nuove milizie, aumentano gli attentati ai soldati curdi nel Nord-Est con il rischio di una insurrezione
In Siria lo Stato Islamico sta prendendo sempre più potere, approfittando del vuoto lasciato dalla caduta di Assad e dal ritiro delle truppe Usa, i militanti dell’Isis stanno aumentando gli attacchi contro i militari curdi, cercando un consolidamento nella zone del Nord-Est. Il Wall Street Journal ha riportato la notizia di una delle ultime imboscate, avvenuta ad Hajin con l’uccisione di due soldati che stavano viaggiando su un pick up, quando sono stati raggiunti da una motocicletta che ha iniziato a sparare. Gli abitanti affermano di avere paura, perchè dagli attentati si potrebbe passare alla volontà di voler portare avanti avanti una vera e propria insurrezione.
Al momento, come sottolinea il quotidiano citando anche le numerose testimonianze, il gruppo non controlla ancora il territorio, tuttavia è riuscito ad arruolare nuove risorse e a rifornirsi di armi, saccheggiando i depositi dopo la fuga dei ribelli da Damasco compiendo oltre 170 attentati dal 2024 allo scorso agosto e questo contribuisce a creare un forte senso di illegalità tra la popolazione, sintomo anche della precarietà politica e della mancanza di un governo stabile.

Siria, aumentano attacchi Isis ai militari curdi, lo Stato Islamico cerca di prendere il controllo del territorio a Nord-Est
Dopo l’ultimo attacco dell’Isis ai militari curdi sostenuti dagli Stati Uniti in Siria, aumenta il rischio di una insurrezione dello Stato Islamico che sta avanzando sempre di più per tentare di prendere il controllo del territorio nel Nord-Est. Alcuni giornalisti del Wall Street Journal si sono uniti alle milizie che controllano le strade di Hajin, osservando come, proprio nella città che un tempo era roccaforte del gruppo armato, si percepisca maggiormente un aumento del sostegno da parte della popolazione a maggioranza sunnita, che vive ancora secondo le regole dell’islam conservatore.
Il fenomeno è aumentato soprattutto dopo la chiusura delle basi americane con il ritiro delle truppe che sta favorendo l’arruolamento ed il riarmo delle cellule che sfruttano anche la mancata integrazione dei soldati curdi nell’esercito siriano, mai avvenuta nonostante gli accordi. Ed il rischio di espansione dell’Isis non rappresenta solo un pericolo locale, ma anche a livello internazionale, perchè come hanno avvertito gli Usa, la riorganizzazione di una rete ampia, permetterebbe anche di progettare attentati all’estero. Come hanno confermato le forze alleate, nonostante la presa di distanze del presidente al-Sharaa da Al-Qaeda, nel nuovo governo sono molti gli ex jihadisti che non hanno mai abbandonato le ideologie estreme e potrebbero essere pronte a supportare di nuovo l’ascesa dello Stato Islamico.
