In Siria sono scoppiate nuove tensioni tra il governo e i fedeli dell'ex leader Assad: le truppe governative giustizia miliziani e civili in strada

Dopo poche settimane di – evidentemente apparente – pace, in Siria sembrano essere scoppiate nuove violenti tensioni che hanno costretto gli osservatori internazionali a puntare nuovamente i riflettori sulla situazione siriana dove sembra che sia in corso un vero e proprio massacro di miliziani un tempo fedeli all’ex leader Assad che (ma questa è un’informazione che deve essere ancora verificata) starebbe coinvolgendo anche diversi fedeli; il tutto con il favore – anche qui, apparente – del nuovo governo della Siria che ha avviato una vera e propria missione militare per individuare gli ultimi disertori.



L’origine dei nuovi scontri in Siria sembrano essere legati ad un attentato organizzato da alcuni miliziani della setta alawita – appunto, fedele all’ex leader Assad deposto con la forza lo scorso dicembre con il favore della Turchia – contro le forze militari governative impegnate in una missione nell’area costiera di Latakia: il bilancio dei morti parlava – dopo l’attacco – di 16 persone coinvolte; mentre da quel momento la situazione sarebbe letteralmente degenerata giungendo a scenari di pura e semplice guerriglia urbana.



In Siria circa 150 persone morte negli scontri tra governo e fedeli di Assad: cosa sta succedendo

In virtù dell’attacco contro i militari, il governo della Siria ha immediatamente disposto l’avvio di quelle che vengono definite “operazioni mirate e precise” contro i “lealisti del precedente regime che hanno tradito le nostre forze e i nostri compatrioti”, il tutto imponendo un coprifuoco totale sul territorio di Tartus; mentre la realtà – in parte testimoniata dai tantissimi video diffusi in rete in queste ore – ci parla di una violenza senza pari con centinaia di persone arrestate dall’esercito e sommariamente giustiziate in mezzo alle strade.



Il massacro – e questa ribadiamo essere un’informazione non ancora verificata – avrebbe coinvolto anche numerosi civili, donne e bambini, con una conta della vittima che secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani ammonterebbe a circa 150 persone morte in tutta la Siria nelle ultime ore: parte dei cittadini si sono raccolti nei pressi della base militare russa per chiedere protezione; mentre ad ora sia da Mosca che da Ankara è arrivato un appello a ridurre le tensioni per evitare di compromettere la difficile transizione tra il regime di Assad e il nuovo governo.