Scenari in Francia con i sondaggi dopo le dimissioni del Premier Lecornu: crisi, elezioni, Parlamento e Presidenziali. Corre l'RN, sinistra sempre divisa

MACRON FA ALL-IN SU LECORNU, MA I SONDAGGI IN FRANCIA AFFOSSANO IL GOVERNO (E FANNO VOLARE L’RN)

Oggi doveva essere il giorno della resa dei conti: scioglimento del Parlamento con Elezioni anticipate, nuovo incarico di Governo o addirittura dimissioni del Presidente Macron, ma nessuno di questi scenari si va a concretizzarsi nonostante i sondaggi in Francia diano sempre più a picco l’area centrista vicina al Capo dell’Eliseo. A sorpresa è stato il Premier dimissionario Sebastien Lecornu ad annunciare a possibile intesa per formare un esecutivo rapidamente e che possa approvare la Manovra di Bilancio entro fine anno.



Da Palazzo Matignon l’ex Ministro della Difesa, dimessosi a sorpresa lunedì scorso aprendo l’ennesima crisi di Governo in Francia, ha spiegato di aver avuto buone trattative con tutti i partiti dell’Assemblea nazionale, con «convergenza tra centro, destra e Place Publique» verso una nuova Finanziaria, allontanando così la possibilità di uno scioglimento del Parlamento con le Elezioni Legislative riconvocate dopo il giugno 2024.



Francia, il Presidente Emmanuel Macron la Premiere Dame Brigitte (ANSA-EPA 2025)

Prima di capire però se realmente Lecornu e Macron riusciranno a far partire il nuovo Governo “di unità nazionale”, ecco che i dati emergenti nei sondaggi Francia 2025 danno il senso di una crisi difficilmente ricomponibile tra l’elettorato e il partito Ensemble: osservando l’indagine dei sondaggi di OpinionWay del 6-7 settembre 2025 emergono diversi scenari che tengono in considerazione le eventuali alleanze interne alla sinistra, l’area certamente più frammentata dopo l’ultimo anno e mezzo di scontri tra i vari LFI (Melenchon), Verdi, Comunisti e Partito Socialista.



Nel primo scenario, con Melenchon in solitaria che prenderebbe solo il 9%, i sondaggi in Francia vedono un netto vantaggio del Rassemblement National di Le Pen e Bardella, dati al 33%: l’area di Centrosinistra (PCF-LE-PS) al secondo posto con il 18%, mentre il partito di Macron al 14% tiene dietro di poco i Repubblicani di Retailleau al 12%. Nella seconda ipotesi invece, con in solitaria il Partito Socialista e l’LFI assieme ai comunisti, dietro al RN con il 33% troviamo al 15% Macron appena davanti a Melenchon, gollisti e socialisti, tutti attorno al 13%.

IL DATO SULLE PRESIDENZIALI AUMENTA IL “CAOS”: COSA SUCCEDEREBBE IN FRANCIA SE SI VOTASSE OGGI

Terzo e ultimo scenario, con ricostituito il Nuovo Fronte Popolare delle sinistre, Le Pen avrebbe comunque il vantaggio di ben 10% sopra l’NFP, con Macron al ribasso al 16% e I Repubblicani stabili al 13%. Interessanti infine i sondaggi politici sulle eventuali Elezioni Presidenziali in Francia, qualora si votasse oggi con un colpo di scena al momento allontanato da Macron nel suo persistere alla guida del Paese nonostante le svariate crisi: se infatti si arrivasse a dimissioni dell’Eliseo, il quadro che i sondaggi di Toluna-Harris mettono sul piatto sarebbe tutt’altro che semplice da leggere per l’area di Centrosinistra.

Crisi Governo Francia, Bardella e Le Pen dopo l’incontro col Premier Bayrou (ANSA-EPA 2025)

Bardella alla guida del RN avrebbe un 35% in netta ascesa, con il candidato potenziale dei macronisti – l’ex Premier Eduard Philippe – che raccoglierebbe un complessivo 15%, appena davanti a Melenchon con il 14% e al socialista Glucskmann con il 13%: a chiudere la classifica delle Presidenziali, il Ministro dell’Interno gollista Retailleau con il 10% davanti al leader della destra francese Zemmour, al 6% su scala nazionale, mentre il PCF di Roussel con il 3% pareggia i Verdi di Tondelier.

Secondo e ultimo scenario sull’Eliseo prevede il superamento del processo che la vede imputata, dunque con Marine Le Pen candidata alle Elezioni Presidenziali in quota RN: la leader della destra farebbe un pelo peggio del più giovane candidato Bardella, con un 34% di consensi che la terrebbe comunque in netto vantaggio doppiando Philippe (16%) e Melenchon (14%), invariati gli altri candidati da Glucksmann fino a Roussel.