Sondaggi politici di Swg per La7 del 23 giugno 2025: Governo Meloni avanti nonostante il caos in M.O., Pd frena col M5s. Allarme Iran e Israele: gli scenari

LA “TREGUA” TRA I PARTITI DURANTE IL CLIMA DI GUERRA INTERNAZIONALE: MELONI RESTA ANCORA SOPRA IL 30%

È un momento probabilmente centrale della vita politica e umana di questo secondo millennio e il continuo stravolgersi degli eventi non può che avere ripercussioni anche sulle singole politiche nazionali dei Paesi: osservando però i sondaggi politici messi a disposizione da Swg per TgLa7 – nella consueta “finestra” settimanale del lunedì sera – si può scorgere una sorta di costante “tregua” non scritta tra le varie forze politiche.



Grossi sconvolgimenti non ve ne sono, nemmeno dopo i risultati elettorali di Amministrative e Referendum di inizio giugno 2025: non solo, nel clima di guerra e rischiosa escalation in Medio Oriente (sebbene nella notte sia stata siglata una prima timida tregua fra Israele, Iran e Stati Uniti) i partiti della maggioranza di Governo mantengono un buon consenso generale, mentre tra le opposizioni si assiste ad un andamento a marce ridotte. Nei sondaggi politici raccolti tra il 18 e il 23 giugno 2025 è in particolare la Premier Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia a segnare il vantaggio migliore dell’ultima settimana (+0,2%): FdI al 20,6% stacca ulteriormente il Pd di Schlein al 23%, in calo dello 0,3%.



Comunicazioni della Premier Giorgia Meloni alla Camera prima del Consiglio UE (ANSA 2025, Maurizio Brambatti)

Vale ormai la metà quasi esatta degli alleati Dem il partito di Conte, nonostante la cornice progressista e pacifica incarnata dal M5s ormai da mesi: il 12,4% dei 5 Stelle tiene al momento dietro gli alleati di Meloni nel Centrodestra, tanto Salvini con la Lega all’8,2% quando Forza Italia di Tajani che all’8,1% si trovano nuovamente superati dal Carroccio. L’Alleanza VerdiSinistra che ieri in aula alla Camera ha sfidato nuovamente la Premier Meloni sui temi di Gaza e dell’Iran, non va oltre il 6,5% di consenso generale, davanti comunque all’ex Terzo Polo dove “svetta” solo Azione di Calenda al 3,6% (Renzi al 2,1%, PiùEuropa in caduta all’1,5%), mentre Noi Moderati non va oltre l’1%.



CAOS MEDIO ORIENTE TRA ATOMICA IRAN, MISSILI ISRAELE E FUTURO DI GUERRA

È però comunque inevitabile che tanto nei sondaggi politici quanto nello sviluppo stesso della politica nazionale, lo sguardo vada in questo momento in Medio Oriente dove purtroppo molto potrebbe dipendere delle sorti globali internazionali nei prossimi mesi: anche il dibattito ieri alla Camera sulle comunicazioni di Giorgia Meloni prima del Consiglio UE non poteva che vertere quasi interamente sul caos tra Iran e Israele, con l’attacco USA di domenica notte che è stato poi seguito da una (minima) rappresaglia iraniana ieri in Qatar prima della tregua siglata questa notte da Netanyahu e il Presidente Pezeshkian.

Rimanendo sui sondaggi politici raccolti da Swg per La7 emerge come un 74% complessivi di italiani sia letteralmente preoccupato per lo scenario attuale, in particolare sulla bomba atomica che potrebbe star preparando l’Iran: nello specifico vi è un 67% che ritiene Teheran una minaccia per la sopravvivenza di Israele, con un 29% convinto che in futuro possa avvenire una reale distruzione dello Stato Ebraico da parte del regime teocratico sciita.

Premier Giorgia Meloni con il Presidente USA Donald Trump al G7 in Canada (ANSA 2025, Instagram Meloni)

Di contro, vi è un 44% di cittadini che ai sondaggi politici Swg racconta dell’errore che avrebbe commesso Israele nell’attaccare lo scorso 13 giugno le città iraniane (mentre un 37% è convinto del contrario): vi è un 57% di elettori di Centrodestra che sostiene in questo caso Netanyahu, mentre il 59% degli elettori del campo largo difendono il diritto dell’Iran di avere un proprio eventuale arsenale atomico.

Se si arriva dunque a definire Israele come il vero responsabile della guerra in atto – ultimo dei sondaggi politici Swg sempre del 23 giugno 2025 – vi è anche la netta considerazione (che ben il 60% esprime) della grande possibilità di un futuro diverso e con maggiori libertà nella Repubblica Islamica in caso di caduta del regime degli ayatollah e dei Pasdaran.