Sondaggi politici UK: Labour al 24% e Reform UK al 23%. Tory in crisi, Verdi in ascesa. Scenario incerto per le prossime elezioni
I sondaggi più recenti di YouGov – condotti il 13-14 aprile 2025 su un campione di 1.691 elettori – presentano un contesto politico britannico sempre più frammentato e confuso: il Partito Laburista, guidato da Keir Starmer, si aggira al 24%, mantenendo una leadership esile e contestata, mentre Reform UK di Nigel Farage, con la sua retorica anti-immigrazione e anti-Ue, sfiora il sorpasso al 23%, relegando i Conservatori di Kemi Badenoch al terzo posto con il 21% (-1% rispetto a inizio aprile).
Completano il mosaico dei sondaggi i Liberal Democratici di Ed Davey, fermi al 14% nonostante una campagna pro-Ue, e i Verdi in ascesa all’11% (+2%), che acquistano consensi tra i giovani preoccupati dalla crisi climatica. Lo SNP scozzese è invece in caduta libera al 3%, pagando il tracollo dell’indipendentismo post-referendum, mentre il Partito del Galles (PC) si ferma all’1%.
Questo scenario, il report dei sondaggi riflette un Regno Unito sempre più polarizzato: da un lato, un Labour incapace di catalizzare il malcontento verso i Tory, dall’altro, l’inarrestabile ascesa di Reform UK, che seduce l’elettorato della working class disillusa dalla Brexit incompiuta.
Sondaggi politici e strategie: tra alleanze impossibili e il fantasma di un nuovo caos istituzionale
I sondaggi narrano un Parlamento britannico sempre più frammentato, dove nessun partito raggiungerebbe i seggi necessari per governare: Starmer – seppur pur vicino a Downing Street -dovrebbe cercare alleanze con i Lib Dem (+14%) e i Verdi (+11%), ma le divergenze su tasse e transizione energetica rendono complicato ogni accordo.
Intanto, Reform UK – erede ideologico della Brexit – minaccia di sostituire i Tory come primo partito di destra, sfruttando il malessere nelle ex roccaforti conservatrici del Nord e del Midlands; la leadership di Badenoch – divisa tra aperture moderate e tentazioni sovraniste – non riesce a riconquistare la fiducia dell’elettorato.
In Scozia, il crollo dello SNP al 3% nei sondaggi determina un’inversione di rotta con il Labour che potrebbe riconquistare seggi chiave, riaprendo il dibattito sull’unità del Regno, mentre sul fronte Ue, le divisioni restano insanabili: mentre Lib Dem e Verdi spingono per un riavvicinamento, Reform UK promette di “completare la Brexit” con dazi e controllo dei confini.
In questo clima teso, i sondaggi non sono solo numeri: sono il termometro di una democrazia in affanno, dove il rischio di un esecutivo debole o di elezioni anticipate diventa sempre più concreto.
