I sondaggi in Romania dopo arresto ed esclusione dalle Elezioni (per ora) del candidato filo-russo Georgescu: i dati, gli scenari e l'irritazione del popolo

COSA SUCCEDE CON GEORGESCU CANDIDATO ALLE ELEZIONI IN ROMANI E…

Se è vero che i sondaggi politici non sempre poi trovano piena concordanza con la realtà elettorale, lo scenario che si sta aprendo in Romania verso le Elezioni Presidenziali del prossimo 4 maggio 2025 non pare al momento così “campato in aria”. Le ultime rilevazioni fatte dai sondaggi Sociopol verso la ripetizione del primo turno – dopo il clamoroso annullamento della Corte Costituzionale del voto tenutosi a novembre 2024 – vedono il candidato filorusso al centro delle polemiche in mezza Europa, Calin Georgescu, grande favorito per la vittoria finale.



Accusato di ingerenze e aiuti dalla Russia, ritenuto un potenziale fautore di un “colpo di Stato” anti-UE, il leader indipendente appoggiato ora dalle varie destre in Romania è stato nel giro di una settimana arrestato con gravi accuse, poi ammesso in un primo momento dalla Corte Costituzionale alle Elezioni, e appena due giorni dopo – nella serata di domenica – escluso dalla contesa dalla Commissione Elettorale. I sondaggi in Romania nelle ultime settimane sono piuttosto ondivaghi ma concordano su un tema decisamente univoco: Georgescu, se si votasse oggi, trionferebbe al primo turno e avrebbe fortissime possibilità di divenire il prossimo Presidente della Repubblica al ballottaggio di metà maggio.



Tornando sui dati più recenti di Sociopol, con il candidato della destra in campo, sarebbe trionfo al 38%, nonostante il calo di 7 punti rispetto ai sondaggi di inizio febbraio: Georgescu sbaraglierebbe tutti gli avversari, dall’ex Premier socialista Ponta al 16% fino al potenziale nuovo candidato dei gruppi “filo-UE” Antonescu, al 14%. A chiudere i sondaggi in Romania troviamo il liberale Dan, sempre al 14%, mentre il leader di AUR Simion (che molto probabilmente si ritirerebbe per far confluire i voti su Georgescu) non andrebbe oltre il 10%, appena davanti alla leader USR Elena Lasconi all’8%.



… COSA PUÒ AVVENIRE SENZA IL LEADER FILO-RUSSO: TUTTI GLI SCENARI (E GLI SCONTRI)

Ma al di là dei sondaggi e delle previsioni, il vero punto della questione in Romania è uno e uno solo: è un maggiore servizio alla democrazia escludere un candidato dalle Elezioni per delle (pare comprovate) ingerenze dalla Russia nei suoi confronti, o accettare il confronto democratico con il rischio di vedere la vittoria di un potenziale nuovo Presidente filo-russo e anti-UE? Di questo si interroga l’analista medio internazionale, nell’approcciarsi al caos in Romania ri-esploso nelle piazze dopo l’annuncio ieri sera dello stop (per il momento) alla candidatura di Georgescu.

L’ex professore e membro della Polizia Segreta rumena durante l’URSS ha accusato l’Europa di una profonda tirannia e dittatura nell’insistere contro la sua persona e la sua candidatura, annunciando di aver presentato immediatamente ricorso alla Corte Costituzionale contro l’esclusione dal primo turno delle Elezioni Presidenziali 2025. Ma è proprio nel duplice e opposto “sentiment” attorno al caso-Georgescu che si muoveranno probabilmente i fili della campagna elettorale: i “pro-Russia” che vedono nell’esclusione di Georgescu una riprova della guerra a distanza lanciata dall’Unione Europea contro Mosca; i pro-UE, che invece ritengono il candidato della destra un pericolo per la democrazia da fermare ad ogni costo.

I sondaggi in Romania sempre di Sociopol, nello scenario senza Georgescu alle urne vedono il leader di AUR Simion al 28%, come principale potenziale “sostituto” del leader indipendente: al 22% salirebbe Ponta, mentre Dan rimarrebbe al 19% davanti all’europeista Antonescu (12% invece per Lasconi). Al netto dello scontro pro/contro Putin, resta un dato espresso ancora dai sondaggi rumeni, questa volta di Inscop (interviste a fine gennaio 2025): l’elettorato rumeno resta profondamente pro-Occidente, pro-NATO e Unione Europea, con l’87,5% che vorrebbe rimanere assolutamente dentro la sfera occidentale, mentre solo il 6% ripone fiducia nella Russia di Putin. Il punto dunque, vista la crescita netta di Georgescu dal 21% circa del primo turno (poi annullato dalla Corte, ndr) di fine 2024, all’attuale circa 40%, riguarda molto probabilmente l’irritazione per azioni considerate anti-democratiche: prima per il voto annullato, poi per il candidato escluso.