SPILLO CASA/ Un romanzo per ricordare i limiti ingiusti al diritto di proprietà
La proprietà privata, pur essendo garantita dalla legge, ha incontrato e incontra spesso degli ostacoli normativi, specie sulla casa

“Ciò che la nostra generazione ha dimenticato è che il sistema di proprietà privata è la garanzia più importante di libertà, non solo per coloro che possiedono delle proprietà, ma anche per coloro che non ne possiedono”. In questa frase di Friedrich von Hayek c’è in sintesi uno dei temi principali del liberalismo: la possibilità di rispettare e promuovere la dignità e la responsabilità della persona. Per il marxismo più integralista la proprietà privata, così come la ricchezza, è quasi sempre un furto seguendo un principio radicale che le società democratiche sono tuttavia riuscite a superare. Ma non del tutto.
Anche la Costituzione italiana settantacinque anni fa ha scelto la strada del compromesso. L’art. 42 afferma: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Come dire: ok alla proprietà privata, ma in modica quantità. Una porta larga in cui il legislatore si è infilato più volte negli ultimi decenni in particolare nel campo immobiliare, un campo in cui di fianco a significative agevolazioni per la prima casa (sia al momento dell’acquisto, sia come trattamento fiscale) sono state creati numerosi ostacoli per le altre proprietà, sia come aggravio di imposte, sia come vincoli d’uso con le locazioni regolamentate spesso in maniera punitiva per i proprietari.
Con leggi concepite male e gestite peggio: basti ricordare quella sull’equo canone negli anni 70 che ha praticamente annullato il mercato degli affitti nelle grandi città. Basti ricordare il periodico blocco degli sfratti spesso deciso in maniera indiscriminata senza una valutazione puntuale dell’effettiva esigenza. Con effetti di ampia portata. In Italia la quota degli affitti è molto inferiore a quella degli altri grandi Paesi: questo condiziona la mobilità delle persone e limita quegli investimenti nel settore che invece potrebbero costituire una parte importante nella gestione del risparmio previdenziale. In Italia è infatti limitato il ruolo dei fondi pensione che in molti Paesi sono un motore importante dell’attività economica sostenendo investimenti che possono dare rendimenti a lungo termine come quelli immobiliari.
Non si tratta solo di teorie o di statistiche. Il tema della casa è un tema fondamentale per la vita quotidiana delle persone e delle famiglie. Sandro Scoppa, avvocato e presidente di Confedilizia Calabria, ha difeso e continua a difendere una corretta gestione legislativa della proprietà della casa (non escludendo ovviamente limiti comprensibili e giustificabili). E ha deciso positivamente di affiancare alle tesi politico-legislative una storia di vita, un romanzo. È nato così La casa del nonno (Rubbettino, 2021), un racconto che si muove nell’arco di tre generazioni attorno a una casa nobiliare nel centro di Salerno, intrecciando le vicende familiari con quelle spesso drammatiche della società italiana. Ne esce un quadro in cui trovano posto accanto ai principi del diritto e delle teorie economiche anche i sentimenti e le passioni umane, sentimenti e passioni non finalizzate solo all’utilità personale, ma anche alla generosità e alla responsabilità sociale.
“Nella narrazione – afferma Carlo Lottieri nell’introduzione – il richiamo alle questioni teoriche s’intreccia con le vicende dei protagonisti, oltre che con l’evoluzione di una società nella quale la proprietà è sempre meno tutelata”. Ed è proprio il tema dell’evoluzione che riveste una dimensione centrale: perché la proprietà immobiliare non è una ricchezza statica, ma ha una dinamica, non solo finanziaria, in funzione del proprio utilizzo.
“Da nonno Gustavo – spiega Daniela Rabia nella postfazione – prende avvio una discendenza che riempie le pagine della narrazione come il tronco di un albero da cui si diramano rami e foglie con la certezza dell’appartenenza alle radici comuni, quelle dell’amore coniugale, filiale, familiare in genere. La famiglia è un valore sacro, a cui l’autore affianca quello della libertà di scelta, della proprietà, della limitazione del potere statale”.
La casa del nonno è quindi il simbolo di un’epoca in un romanzo che fa riflettere e che diventa una testimonianza sociale scritta da un liberista convinto. Un romanzo che non è una storia vera, ma che riassume tante storie simili che hanno caratterizzato l’Italia nell’ultimo secolo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultime notizie di Economia e Finanza
-
Bollette: in arrivo nuovo decreto aiuti/ Per luce e gas tariffe a scaglioni e premi21.03.2023 alle 19:58
-
Direttiva case green/ Confedilizia e Unimpresa dicono no: "Forte impatto sui mutui"21.03.2023 alle 19:57
-
Reddito di cittadinanza mette in crisi Servizio civile universale/ Posti crescono ma…21.03.2023 alle 19:17
-
Tremonti: "Crisi finanziaria? Continua dal 2008"/ "La causa è la globalizzazione"21.03.2023 alle 19:02
-
Salvataggio Credit Suisse manda Borsa in tilt/ UE: "metodo svizzero è inapplicabile"21.03.2023 alle 18:05
Ultime notizie
-
Russia minaccia la guerra nucleare/ "Inevitabile se Ucraina avrà proiettili uranio"22.03.2023 alle 00:15
-
Orsini: "Gli USA non vogliono la pace"/ "Zelensky criminale di guerra come Putin"21.03.2023 alle 23:46
-
IL COMMISSARIO RICCIARDI 2/ Anticipazioni e diretta 21 marzo: Fedora uccisa da Gelmi?21.03.2023 alle 23:42
-
CLAUDIA PANDOLFI: "NON LASCIAI VIRGILI PER PEZZI"/ "Non volevo sposarmi"21.03.2023 alle 23:32
-
Dario Cataldo, caduta nel Giro di Catalogna/ Sette fratture per il ciclista21.03.2023 alle 23:22