Fossero ancora vivi l’avvocato Agnelli o Sergio Marchionne sarebbe stato più semplice criticare l’ennesimo “bonus rottamazione auto”. Oggi però la Fiat è un car maker americano alla ricerca insistente di un acquirente, non è più da tempo il più importante datore di lavoro italiano e paga le tasse in Olanda. Forse per questo l’incentivo previsto dalla bozza del “decreto ambiente” al varo da parte del Conte-2 non prevede l’utilizzo del nuovo bonus in sede di riacquisto di una vettura, guardando a un’ancora vaga “mobilità sostenibile”. Non sembra quindi davvero più il tempo di mettere nel mirino una classica manovra multi-win di un governo “di sinistra” con benefici incrociati con la prima dinasty del capitalismo nazionale e con la Cgil “metalmeccanica”. Però non tutto il passato sembra davvero passato.
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Il sindaco di Torino, Chiara Appendino, non può certamente gioire in quanto figlia del vicepresidente di PrimaIndustrie, gigante della componentistica sviluppatosi a partire dallo storico indotto del Lingotto. L’Appendino, peraltro, emerge come una dei più importanti winner in un selezionato parterre di sindaci italiani: i capi delle 14 Città metropolitane che – secondo le anticipazioni – saranno destinatarie del nuovo “bonus climatico”.
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Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania, Cagliari: vi abitano 21 milioni di italiani, poco più di un terzo della popolazione totale. Oltre il 60% (12,5 milioni) risiedono a Roma o in Aree del meridione. Lungo l’intera penisola prevalgono largamente le amministrazioni guidate da esponenti della nuova maggioranza di governo M5s-Pd. Super-sindaci formalmente di centro-destra – ma nessun iscritto alla Lega – sono in carica soltanto in quattro metropoli di ridotte dimensioni: Genova, Catania, Cagliari e Venezia. Queste ultime raccolgono assieme una popolazione inferiore alla Roma-M5s di Virginia Raggi (4,2 milioni) e pari alla sola Milano-Pd di Beppe Sala (3,2 milioni). L’arancione “eretico” Luigi de Magistris governa a Napoli 3 milioni di cittadini, a Torino la grillina ortodossa Appendino veglia su 2,2 milioni. Ras del Pd sono primi cittadini nei grandi capoluoghi regionali: Bologna, Firenze, Bari e Palermo. Tutti in netto allargamento di competenze amministrative dall’abolizione delle province. Sarà comunque sui loro “mercati metropolitani” che i rottamatori potranno spendere i loro bonus.
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Il mercato del car sharing è in rapida espansione nelle città italiane: gli iscritti ai diversi circuiti hanno toccato il milione e le vetture in circolazione hanno superato le 8mila (la quota delle elettriche è oggi al 25% circa ma è in veloce crescita). A Milano, Torino, Firenze e Roma opera il gigante internazionale tedesco Car2Go (Daimler) che sta espandendo in modo accelerato la flotta di nuova generazione. In un network più ampio di grandi centri è presente Enjoy, con vetture e cargo Fiat tradizionali. In Sicilia amiGo è invece gestito dalla Amat (la municipalizzata palermitana) e offre vetture Fiat e Volskwagen tradizionali e Renault anche elettriche.
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In attesa del testo del decreto, forse è sufficiente fermarsi a queste registrazioni di mero impatto politico-elettorale del provvedimento. Che naturalmente, meriterà altre e più approfondite riflessioni politico-economiche. La prima però si pone fin d’ora al centro del confronto: il governo Conte-2 riparte dallo stimolo ai consumi (dei ceti medi urbani) e non all’impresa sui territori. Un secondo spunto non andrà trascurato nel misurare la riduzione dei “sussidi energetici nocivi” che – nelle anticipazioni – dovrebbe garantire la copertura del bonus. Fra questi vi sono – in teoria – gli sconti sul diesel e i rimborsi per i carburanti ad autotrasportatori e agricoltori. Chissà se il presidente francese Emmanuel Macron, in visita l’altra sera a Roma, ha messo in guardia il Conte-2. La rivolta dei gilets jaunes si è infatti accesa, un anno fa, quando l’Eliseo ha iniziato a fare il “gretino” sui costi dei combustibili tradizionali usati dalla Francia profonda.