Fermi tutti. Nessuna nuova tassa in bolletta in arrivo per gli italiani. L’idea di Giuseppe Conte per combattere l’evasione fiscale è quella di premiare chi usa la carta di credito. Lo spiega Repubblica, quotidiano da cui, lo ricordiamo, è partita la crociata contro il vero nemico pubblico numero uno dell’Italia. In cosa consiste il premio in questione? In una detrazione fiscale pari al 10% della cifra totale spesa annualmente con la carta di credito, oltre una certa soglia (il quotidiano romano ipotizza sopra i 2.000 euro).
Vista così, “quella che potrà sembrare una misura nuova“, per usare le stesse parole del Premier pronunciate martedì a New York, tanto nuova in effetti non lo è. Già oggi, infatti, alcune carte di credito e altri sistemi di pagamento elettronico garantiscono quello che si chiama “cashback”, ovvero la restituzione di una percentuale della somma spesa.
Tuttavia, a parte le domande puramente “tecniche” (anche su come concretamente verrebbe riconosciuta la detrazione fiscale del 10%), ve ne sono altre di metodo. Se si vuole contrastare l’evasione fiscale incentivando i pagamenti tracciabili, perché non riconoscere un premio anche a chi paga tramite bonifico o con il pagobancomat? Inoltre, se il grosso dell’evasione fiscale è sull’Iva, come questo meccanismo premiale potrebbe contrastarla?
Facciamo il classico esempio del professionista che viene a ripararci a casa un tubo o un elettrodomestico. Di fronte alla classica domanda “le serve la fattura?” si sceglierà di dire “no, grazie”, potendo contare su un “maledetto e subito” sconto del 22%, o si risponderà “certo!” per avere un premio futuro del 10%? Gli italiani onesti sceglieranno la seconda strada, potendo risparmiare rispetto alla situazione attuale, ma gli altri, quelli che alimentano l’evasione fiscale, smetteranno di scegliere la prima? Dubitarne è lecito.
Insomma, messa giù così, la misura contro l’evasione fiscale sembra poter far contenti quanti non evadono, le società che emettono carte di credito e gestiscono i pagamenti elettronici (ve ne sono di quotate anche in Italia), le banche o le Poste italiane che le procurano ai loro clienti. Il vil contante, intanto, resta immobile nei materassi. Un po’ come i fondi già stanziati e non spesi per gli investimenti infrastrutturali.