La Cgil ha proclamato lo sciopero generale per la giornata di oggi dopo che la Global Sumud Flotilla è stata fermata da Israele
Ci dispiace. Oggettivamente ci dispiace. Gli porgiamo le nostre condoglianze.
Il lui è Maurizio l’emiliano. Non Scipione, intendiamoci, che almeno quello una guerra l’ha vinta. No, noi rivolgiamo sentite doglianze al Landini nazional-emiliano. Quello che partito per rivoltare il mondo sindacale ha finito per trovarsi a destra dei puri e duri. E per di più a destra affiancato, horribile dictu, da gente come Bruno Vespa.
Capiamo la necessità di non avere a sinistra nulla e nessuno, ma farsi scavalcare dai Cub per poi rincorrerli è davvero una fine ingloriosa, per uno che qualche aspirazione non si dice nobile ma almeno borghese ce l’aveva.
Ecco, aspirazione: lo sciopero nacque per i diritti, oggi lo si dichiara per le aspirazioni. Di che cosa e a che cosa si aspira resta da determinare, ma intanto aspiriamo.
Alle origini si aspirava a giuste condizioni di lavoro. Poi si passò alla pace. Ai salari, la stagione seguente. Alla sicurezza di recente.
Oggi, venerdì ottobrino, aspiriamo a bloccare l’Italia perché Israele impedisce, a equipaggi diciamo “compositi” su navi per lo meno improbabili, di entrare nelle sue acque. Ecco, roba così non l’avevamo ancora vista: tant’è.
Ma il nostro stupore, permetteteci, è nulla a fronte del fatto che si riempiranno i telegiornali ma non si svuoteranno le fabbriche. Un mistero demografico che qualcuno risolverà. Soprattutto in un’epoca di calo delle nascite come questa. Ma anche di fronte a una tale bizzarria, noi non smettiamo si voler essere propositivi. E ci sentiamo quindi di avanzare qualche suggerimento.
Noi intanto suggeriamo di non definire quello di oggi uno “sciopero generale”. Anzi, non chiamiamolo e, lo diciamo seriamente o almeno seriamente quanto questa astensione dal lavoro di un venerdì di mezzo autunno, proponiamo di abolire il termine stesso di sciopero, di cancellare questo rito antiquato. Modifichiamo invece contratti nazionali e leggi ingiuste e andiamo verso un radioso futuro: avanti, compagni, di sconfitta in sconfitta fino alla disfatta finale.
Da oggi i lavoratori (resta sempre da chiarire il ruolo degli studenti in tutto questo, ma vorrete mica che risolva io tutti i problemi del mondo, vero?) non sciopereranno più ma “sentimenteranno”: se mi sento, se percepisco che c’è una cosa ingiusta, sarà mio diritto astenermi dal lavorare.
Non mi piace che nel mondo ci sia la guerra? Mi fermo. Non mi piace che l’asfalto abbia invaso le strade? Mi astengo. Non percepisco che sia giusto che ci sia la fame nel mondo? Mi blocco a casa a tempo indeterminato. C’è brutto tempo e sono meteoropatico? Ho il diritto di esentarmi dal lavoro.
Propongo anche, e poi non dite che sono un disfattista, qualche tema per i prossimi scioperi: il buco nell’ozono che non si chiude abbastanza in fretta; la moria delle api; lo sfruttamento degli spinaci da parte delle industrie alimentari, ecc.
Blocchiamo tutto: e per l’amor di Dio non veniteci a dire che non serve a niente. Altrimenti vi lasciamo in compagnia di Bruno Vespa e Maurizio Landini.
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