L'assemblea dei soci di Mediobanca tenutasi ieri segna di fatto un altro passo in avanti di Mps verso piazzetta Cuccia
L’ultima battaglia – in assemblea Mediobanca – ha avuto luogo: diversamente dal rinvio in extremis dello scorso giugno. E l’esito è stato meno secco di quanto potessero prevedere i pronostici più certi della sconfitta dell’amministratore delegato Alberto Nagel.
Il risultato dell’assise dei soci non lascia margini di incertezza: l’Ops dell’istituto su Banca Generali – estremo tentativo difensivo contro l’Ops lanciata a monte da Mps – è stato bocciato dagli azionisti intervenuti. L’affluenza (poco oltre il 77% capitale) si è divisa fra una maggioranza di “non favorevoli” (10% di no e 32% di astenuti) e una minoranza del 35% di favorevoli alla proposta del management. La lettura degli eventi di ieri non appare però del tutto banale.
Nagel ha potuto contare su un parterre di soci favorevoli ben superiore alla forza residua del “patto” Mediobanca (7%, dopo il disimpegno di Mediolanum). Non sono noti gli investitori che hanno votato sì all’operazione Banca Generali, ma è probabile vi siano stati parecchi istituzionali internazionali.
A margine dell’assemblea – svoltasi a porte chiuse – sono invece filtrati i nomi degli oppositori: scontati il “no” del gruppo Caltagirone, nell'”astensione negativa” del gruppo Delfin (20%) si sono affiancati UniCredit e gruppo Benetton (entrambi azionisti anche delle Generali con Caltagirone e Delfin). oltre agli istituzionali Amundi (Credit Agricole), Anima (Banco Bpm) e Tages.
Il muro contro Nagel ha quindi dovuto poggiare su tutti gli azionisti-pilastro impegnato da ormai dieci mesi attorno all’offerta Mps-Mediobanca. Resta il fatto che il muro ha resistito e Mps è da oggi davvero all’ultimo miglio della sua lunga marcia da Siena a Piazzetta Cuccia. I contrari di ieri hanno virtualmente preannunciato la consegna delle loro azioni Mediobanca all’offerta Mps, che termina il prossimo 8 settembre.
D’altro canto non è affatto certo che tutti gli azionisti favorevoli a Nagel ieri non consegneranno i loro pacchetti all’offerta. Rimane poi un 20% di azioni Mediobanca che si è tenuto alla larga dall'”ultima battaglia di ieri”, in posizione di attesa. Di un risultato che però ha premiato Montepaschi e i suoi azionisti.
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