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Home » Economia e Finanza » Borsa e Spread » SPY FINANZA/ I “trucchetti” che tengono le Borse in rialzo

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  • Economia e Finanza

SPY FINANZA/ I “trucchetti” che tengono le Borse in rialzo

Mauro Bottarelli
Pubblicato 3 Ottobre 2025
Wall Street, New York (Ansa)

Wall Street, New York (Ansa)

Stanno succedendo cose interessanti sui mercati dei titoli di stato e delle azioni Usa: segnali che è bene leggere con attenzione

Un martello pneumatico. Scott Bessent non conosce pause. Anzi, lo shutdown offre straordinarie prospettive. E praterie di disinteresse e inconsapevolezza di massa.

Basta dare un’occhiata all’andamento del Treasury decennale dopo l’ultima revisione dei non-farm payrolls di agosto e il dato occupazionale delle imprese private di settembre: un tonfo del rendimento che è stata musica per chi deve operare roll-over su quanto rimane del maturity wall da 7 trilioni di dollari entro fine anno.


Putin: “Dombass sarà nostro, coi negoziati o con le armi”/ Trump accelera sulla pace: oggi round USA-Ucraina


Nel frattempo, prosegue il Qe del Tesoro sotto mentite spoglie. Perché di fornitura di liquidità a fronte di collaterale ormai ammuffito si tratta, piaccia o meno. Guardate qui: altri 2,9 miliardi di debito ormai negoziabile a poco più di 45 centesimi sul dollaro nel giorno dello shutdown hanno abbandonato le agitate sponde dei bilanci bancari per tornare nei più accoglienti e risk-free lidi di Zio Sam.


TAIWAN/ Tokyo con Taipei come l’Ue con Kiev, non è in grado di aiutarla senza Trump (che può cedere a XI)


Poca roba? Argent de poche? Il segnale però è chiaro. E in un mercato che continua a guardare il dito di Nvidia e non la Luna di quanto accade sottotraccia, lo stigma è tutto. L’icona conta. E il Tesoro Usa ormai da oltre un mese sta inviando un messaggio che pare una carezza sulla guancia: tranquilli, se qualcosa andasse fuori dai binari, compro io. Tutto. Finora, 2 miliardi ad asta. A fronte di un’offerta media di carta da parati invecchiata (male) per almeno 20 miliardi. Da mercoledì, 2.9 miliardi. Con l’overnight repo che poche ore prima aveva fornito 6 miliardi di liquidità.


GOVERNO E UCRAINA/ Decreto armi e invito del Papa, quel doppio "messaggio" alla Meloni


Lo shutdown implica anche questo. Vuoi non cautelarti con badilate di dollari contro bank run praticamente impossibili, stante gli 8 giorni di durata media del blocco federale (domani parleremo dei veri numeri di questa pantomima d’antan) e un 90% di americani che paga tutto con carta di credito? 

Ora andate date un’occhiata a questo secondo grafico. Stesso giorno, diversa facility. Medesimo ingranaggio. Dopo un balzo da window dressing di fine mese e trimestre a 49 miliardi, l’asta di reverse repo della Fed di New York sempre mercoledì ha registrato un allotment di soli 10,1 miliardi. Questa cifra è quanto resta sul conto titoli del cosiddetto cash on the sidelines. E più si andrà verso 0, più la liquidità diverrà bene pregiato. E l’overnight repo un bancomat con sempre più fila. 

Ma tranquilli. Il Tesoro Usa non è la Fed. Non è in ritardo. Né ostruzionista. Piacciano o meno i metodi, al timone c’è qualcuno che sa il fatto suo. E che mentre il mondo respirava per quei 25 punti base di taglio dei tassi Usa che rappresentava nulla più che un’apertura della valvola delle swap lines verso Giappone e Regno Unito, il Tesoro Usa proseguiva il martellamento.

Con l’arsenale della Fed stracarico di punti base da tagliare col machete, in caso di emergenza da qui a fine anno. Bank of Japan, Bank of England e Bce invece vantano già oggi meno room to move. Ovvero, lo spazio di movimento necessario per contrastare con tagli davvero efficaci eventuali scossoni sulle dinamiche di fornitura di liquidità.

Addirittura, il mercato comincia a prezzare con terrore un rialzo dei tassi nipponici nella riunione del board di ottobre. Fossi in voi, terrei d’occhio queste dinamiche da addetti ai lavori. Perché è un attimo che si tramutino in market movers. Da prima pagina. E ultimamente ci si distrae facilmente. Più che altro, si dimentica a tempo di record.

Volete un esempio? Ricordate la sparata di Donald Trump di qualche settimana fa contro l’obbligo di comunicazioni finanziarie trimestrali per le aziende quotate Usa? Che dite, questo grafico può avere qualcosa a che fare con quella che qualcuno ha addirittura avuto il coraggio di difendere, in quanto segno dei tempi di una rivoluzione AI che mica può dare conto di numeri e investimenti ogni 3 mesi?

A mio avviso, soprattutto, questo grafico ci dice qualcosa in più relativamente proprio al fenomeno AI, lo stesso che sempre più media autorevoli e molto establishment cominciano a guardare con sospetta puzza sotto il naso e propensione al distinguo. Sapete perché? Perché la sabbia nella clessidra nella realtà comincia a scendere sempre più veloce Questi due grafici ci mostrano i buybacks eseguiti e quelli annunciati per titoli azionari quotati sullo Standard&Poor’s negli ultimi anni.

Casualmente, il 2025 appena entrato nel suo ultimo trimestre (solitamente boom per le equities, quantomeno nel regime post-Lehman del Natale garantito) vanta due record. Primo posto sul podio. Incontrastato. Nemmeno la Bonanza post-Covid, quella che basava la giustificazione di tutte le sue distorsioni sulla necessità di ripartire dopo una pandemia senza precedenti, era arrivata a tanto.

Ora, uniamo i puntini. L’attuale rally nato dalla correzione di aprile, quello di cui mi si chiede conto con sarcasmo rispetto alle previsioni di crollo, su cos’è basato? Accountability che balla il sirtaki tra Enron e Parmalat, roundtripping (o partita di giro, se preferite) fra i soliti 5 soggetti che si comprano e si affittano tre volte al giorno con i soldi del Monopoli e un record di riacquisto titoli che puzza di pump delle valutazioni e abbassamento del flottante lontano un miglio.

Ah, dimenticavo: l’odore nauseabondo sembra anche suggerire e contemplare una finalità di finanziamento dividendi con modalità che ricorda molto il flusso di cassa di uno schema Ponzi. Così, tanto per tenere buoni gli azionisti. E a mollo nell’acqua in ebollizione il parco buoi. Gradually. Then, suddenly.

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Tags: Economia USADonald Trump

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